La Birmania è ricca di risorse naturali, quali oro, gas e tanta acqua per gli impianti idrici. "E' una sorta di terra vergine", afferma la portavoce di Swissaid Catherine Morand. Ciò basta a suscitare gli appetiti degli investitori, pronti "ad accaparrarsi le terre", con il rischio che i diritti e gli interessi della popolazione passino in secondo piano. Il paese non dispone di leggi e norme ambientali a protezione sia dei suoi abitanti che della natura. Le aziende, sempre secondo Swissaid, ottengono contratti estremamente vantaggiosi, senza grandi costrizioni e senza pagamento di tasse.
Inoltre nella regione del Kachin si registrano violenti scontri tra l'esercito birmano e le minoranze etniche. Swissaid pone la sua priorità nell'aiuto alle popolazioni più povere e nella riconciliazione tra le etnie. "Si tratta di condizioni indispensabili per uno sviluppo democratico e sostenibile", precisa la direttrice dell'organizzazione Caroline Morel.
In Birmania opera dal 2008 anche Terre des hommes, giunta in occasione del ciclone Nargis. È impegnata nel reinserimento di bambini e ragazzi di strada, che il regime ha tenuto rinchiusi in appositi riformatori. Dal 2011 Terre des hommes è riuscita a sistemare 74 bambini in famiglie o comunità, in collaborazione con i servizi sociali di Rangoon, capitale birmana.