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SVIZZERAImmigrazione, la ricetta della sinistra

04.04.12 - 21:30
Marina Carobbio, vice presidente del Partito Socialista Svizzero: "Se non cambia il PS dirà no all’allargamento degli accordi bilaterali con la Croazia"
Keystone (archivio)
Immigrazione, la ricetta della sinistra
Marina Carobbio, vice presidente del Partito Socialista Svizzero: "Se non cambia il PS dirà no all’allargamento degli accordi bilaterali con la Croazia"

BERNA – Dal 2007 al 2011 sono state 388mila le persone immigrate in Svizzera. Una cifra pari al numero di abitanti delle città di Berna, Bienne, Losanna e Lucerna messe insieme. Il tema immigrazione per il Partito Socialista non rappresenta più un tabù. "Anche perché - dice la consigliera nazionale Marina Carobbio - la maggioranza della popolazione svizzera non sostiene più gli accordi bilaterali".
Ed ora il partito socialista, sullo spinoso tema dell'immigrazione, propone la sua ricetta. Naturalmente con gli ingredienti di sinistra. Con un corposo documento di 64 pagine presentato alla stampa, il partito socialista fornisce un'analisi del fenomeno e propone le sue soluzioni. "La nostra analisi parte da una constatazione: la Svizzera è un paese d'immigrazione. Dipendiamo fortemente dall'estero. Questo perché non formiamo un numero sufficiente di persone necessario al funzionamento della nostra economia, come per esempio la sanità, i servizi, l'ingegneria". I socialisti, che nei prossimi mesi affronteranno a livello cantonale il dibattito sul documento presentato oggi, portano avanti quella che è stata battezzata "l'offensiva della formazione". Più fondi alla formazione "anche se - puntualizza la vice presidente del Partito Socialista Svizzero - è ovvio che la nostra economia rimarrà dipendente dalla manodopera estera".

E allora che si fa? Chiudere le frontiere è impossibile come è impossibile tornare al vecchio regime, quello pre-accordi bilaterali, quando esisteva il contingentamento. "Non servirebbe a niente - commenta Carobbio - I contingenti non servirebbero alla lotta al dumping salariale. Ci sarebbe il rischio di un aumento del lavoro nero nel nostro paese anche perché si troverebbero altri modi per aggirare la legge. Ci vogliono più fondi per i controlli, bisogna introdurre contratti collettivi generalizzati e i salari minimi".

La domanda di fondo è una: chi ci sta guadagnando con i bilaterali e la libera circolazione? "La risposta è contenuta nel nostro documento" - assicura Carobbio - I vantaggi derivanti dalla libera circolazione sono andati alle grandi aziende e poco niente alla popolazione residente in Svizzera. Manca, semplicemente, una ridistribuzione della ricchezza".

La Svizzera - come scriveva ieri il Tages Anzeiger - è un paese che adotta una politica fiscale da paese in via di sviluppo e generosa fiscalmente con i ricchi. "Con la riforma della legge sulla fiscalità delle imprese, in cui abbiamo reso più facile alle grandi ditte e holding internazionali il trasferimento della sede in Svizzera e di parte del loro personale più qualificato e pagato, si è assistito a una crescita dei prezzi sul mercato immobiliare e dell'alloggio e non abbiamo ottenuto nulla in cambio in termini di reali vantaggi per la popolazione. Noi socialisti chiediamo misure più incisive sotto il profilo fiscale nei confronti di queste aziende".

Carobbio spera che con il documento presentato dal Partito Socialista ieri vi sia l'occasione di una discussione generale in tutto il Paese per affrontare la tematica dell'immigrazione: "Il dibattito va affrontato. In Ticino e in altre zone della Svizzera vi sono degli aspetti negativi legati alla pressione sui salari e al problema dell'alloggio. Senza scordarci che ad essere colpiti dalla libera circolazione non sono soltanto i ceti più bassi, ma anche i giovani, i neo-laureati, che trovano sempre più difficoltà a trovare un posto di lavoro e con salari dignitosi".

E Marina Carobbio avverte: "Il dibattito è da avviare al più presto. Anche perché nel 2014 ci sarà il voto per accettare o meno l'allargamento dei trattati con la Croazia. Se non ci saranno risposte alle nostre richieste, noi a questo allargamento non ci staremo".

La Svizzera, secondo Carobbio e il Partito Socialista quindi, deve rivedere completamente la sua politica sull'immigrazione: "Ieri avete sbagliato il tiro - ci dice rivolgendosi all'articolo pubblicato in cui si leggeva che il PS chiedeva l'apertura agli immigrati extracomunitari - quello è soltanto un aspetto marginale di un documento di 64 pagine. In tutti i casi la nostra osservazione parte dal fatto che la cosiddetta politica dei due cerchi, in cui oggi si discriminano le persone extraeuropee rispetto a quelle europee a medio-lungo termine non funziona. Se abbiamo necessità di lavoratori di altri settori, con l'attuale politica ne rimarremmo sprovvisti". Carobbio fa riferimento a quei settori, come l'ingegneria e l'informatica, in cui è endemica la scarsità di forza lavoro, non solo in Svizzera, ma in tutta l'Europa.

Il tema è molto vasto e il documento sarà presentato e discusso dalle sezioni cantonali nei prossimi mesi: “In Ticino verrà discusso l'8 e il 9 settembre a Lugano, in occasione del Congresso. La tematica suscita animate discussioni all'interno del partito" - conclude Marina Carobbio.

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