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Attualmente è previsto un referendum obbligatorio solo per l'adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sovranazionali. L'iniziativa dell'ASNI - denominata "accordi internazionali: decida il popolo!" - vuole estendere questa pratica a tutti i trattati che interessano "settori importanti" e chiede che "le spese eccezionali di oltre un miliardo di franchi o le spese ricorrenti di 100 milioni di franchi vengano approvate dalla maggioranza di popolo e cantoni".
Secondo l'ASNI, accordi quali le convenzioni di doppia imposizione, l'estensione della libera circolazione delle persone, il libero scambio agricolo o un'unione doganale, devono essere obbligatoriamente sottoposti al popolo.
Sia le due Camere che il governo chiedono di respingere il testo, giudicandolo troppo vago. L'espressione "settori importanti" lascia a loro avviso un margine di interpretazione troppo ampio. L'iniziativa concederebbe inoltre ai cantoni il diritto di bloccare progetti che non li concernono in modo diretto.
Quale alternativa, il Consiglio federale voleva proporre ai cittadini un controprogetto diretto. Esso prevedeva di sottoporre a referendum obbligatorio i trattati internazionali "d'importanza costituzionale". In un primo tempo, il Nazionale aveva sostenuto questa proposta, mentre gli Stati vi si erano opposti.
Come i senatori, i deputati al Nazionale hanno ritenuto oggi che sarebbe difficile evidenziare le differenze fra i due testi durante la campagna. Questo punto di vista è stato sostenuto anche in riferimento alle cattive esperienze fatte in passato, come per esempio il controprogetto all'iniziativa UDC sull'espulsione dei criminali stranieri.
