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SVIZZERAFatto di sangue di Pfäffikon, uccisa perché difendeva le figlie

16.08.11 - 09:07
Il 59enne musulmano praticante, che ieri ha freddato a colpi di pistola la moglie e un'assistente sociale, non accettava che la moglie difendesse l'emancipazione delle figlie
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Fatto di sangue di Pfäffikon, uccisa perché difendeva le figlie
Il 59enne musulmano praticante, che ieri ha freddato a colpi di pistola la moglie e un'assistente sociale, non accettava che la moglie difendesse l'emancipazione delle figlie

ZURIGO - Lui percepiva un assegno mensile d'invalidità, lei lavorava come cuoca e donna delle pulizie. Lui la picchiava e la tormentava, lei subiva le violenze di suo marito. Viene descritta così dal Blick la situazione familiare tra il 59enne e la moglie uccisa ieri dal marito sulla strada.

A Pfäffikon il giorno dopo si cerca di capire. Ieri pioveva sulla cittadina del canton Zurigo. Sulla Frohwiesstraße un uomo e una donna litigano. Il 59enne estrae una pistola e fredda con un colpo alla testa la moglie. L'uomo si dirige verso la casa comunale, distante un centinaio di metri distante dal corpo ormai senza vita della donna. L'uomo spara ancora e davanti al comune spara alla responsabile dell'ufficio servizi sociali comunali che stava uscendo per la pausa pranzo. La 48enne spira poco dopo. Lascia due figli.

E' numerosa la famiglia originaria del Kossovo. Lei 52 anni, lui 58 e sei figli dell'età dai 19 ai 31 anni (cinque ragazze e un ragazzo). Tutti adulti e ognuno che ha preso la propria strada. Eppure il padre S. non riusciva ad accettare il fatto che tre delle sue figlie non si attenessero alle regole dettate dalla religione islamica. E' il nipote ventottenne S.B. a raccontare al Blick i problemi che stanno all'origine della tragedia: "Secondo lui (l'uomo 59enne) le altre tre figlie hanno portato vergogna alla famiglia". Vergogna per non aver rispettato i precetti islamici. Una situazione per la quale l'uomo incolpava sua moglie. Un'emancipazione delle figlie che il 59enne non accettava. E' sempre S.B. a raccontare: "Credeva che la moglie gli nascondesse le relazioni amorose delle figlie e che lei le difendesse. Ed è questo il motivo dei frequenti litigi. S. pensava che il suo ruolo di padre fosse compromesso, così come la sua reputazione. Si vergognava profondamente di questa situazione e negli ultimi tempi non ha fatto altro che pregare. Era un credente osservante".

Il 59enne, sempre dal racconto del nipote, non accettava che le figlie lavorassero: "Si infuriava spesso perché le figlie non erano come lui avrebbe voluto. Diceva che le nostre donne non dovrebbero lavorare perché avrebbero imparato soltanto il male e non avrebbero più ubbidito".

Ma anche la moglie lavorava. L'ufficio di sostegno sociale di Pfäffikon l'aveva aiutata a trovare un occupazione come cuoca in una mensa. La operatrice sociale 48enne caduta sotto i colpi del 59enne kossovaro ha aiutato la donna a trovare il coraggio di trovarsi un lavoro, di seguire un corso per migliorare la propria condizione e sbarazzarsi del marito. E proprio per questo fatto che "egli dava la colpa all'ufficio sociale per i problemi familiari proprio perché  mia zia aveva conosciuto nuove persone e del suo stipendio non dava nulla alla famiglia, tenendoselo tutto per sé".
 

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