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SVIZZERABotte ai richiedenti l'asilo, le critiche della polizia

05.08.11 - 18:16
La Federazione svizzera funzionari di polizia spara a zero sull'Ufficio federale della migrazione
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Botte ai richiedenti l'asilo, le critiche della polizia
La Federazione svizzera funzionari di polizia spara a zero sull'Ufficio federale della migrazione

BERNA - La Federazione svizzera funzionari di polizia (FSFP) spara a zero sull'Ufficio federale della migrazione (UFM) in seguito al rinvio forzato, alquanto "movimentato", di richiedenti l'asilo verso la Nigeria. L'organizzazione è preoccupata per i rischi a cui sono confrontati i propri agenti e criticano la comunicazione "menzognera" dell'UFM.

Il fatto - Il 7 luglio, mentre saliva sull'aereo che lo riportava in patria, un richiedente l'asilo respinto si era ribellato e i poliziotti avevano dovuto usare la forza. In un comunicato l'UFM aveva parlato di un "volo senza incidenti". L'indomani aveva poi corretto il tiro dopo che la trasmissione "10vor10" della televisione svizzerotedesca SF aveva mostrano un video in cui si vede un uomo che alcuni poliziotti cercano di portare di peso a bordo. Sulla scaletta l'uomo è colpito prima con pugni e poi con un manganello e alla fine viene riportato a terra.

Quanto affermato nella nota "non corrisponde alla verità e lo sapete", afferma la FSFP in una lettera datata 22 luglio indirizzata all'UFM, come rivelato oggi da "Le Temps" e di cui l'ats si è procurata una copia.

"Ci chiediamo chi può permettersi di stilare un bilancio simile e di vendere una simile menzogna ai media e, alla fine dei conti, alla popolazione", prosegue la missiva, inviata anche alla ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga e alla sua collega degli affari esteri Micheline Calmy-Rey.

Rafforzamento dei mezzi coercitivi - La FSFP s'inquieta anche dei rischi per i poliziotti confrontati a richiedenti l'asilo recalcitranti e chiede un rafforzamento dei mezzi coercitivi per farvi fronte. Prendendo come esempio quanto avviene in altri paesi, l'organizzazione ritiene che una possibile soluzione sarebbe l'utilizzo di medicamenti. Inoltre "auspichiamo la reintroduzione di manette metalliche e la consegna delle relative chiavi al personale di polizia locale".

Una richiesta espressa già nel gennaio 2010 in una lettera indirizzata alla Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) e inviata come copia all'UFM. Tuttavia "alle nostre proposte non era stata prestata alcuna attenzione", scrive la FSFP nella missiva del 22 luglio scorso.

Contattato dall'ats, l'UFM indica che una risposta sarà inviata alla Federazione nei prossimi giorni. Il portavoce Michael Glauser non ha voluto rilasciare altri commenti.

"Il potenziale pericolo [...] durante i voli di rimpatrio è stato chiaramente sottostimato", sottolineava la FSFP nella sua lettera del gennaio 2010 alla CDDGP. Il documento evocava un altro volo movimentato del novembre 2009 per illustrare i rischi incorsi dagli agenti.

Rischi ancora maggiori - Poco prima dell'atterraggio alcuni richiedenti si erano liberati delle fascette stringicavo. "Allora era scoppiata la violenza sotto forma di aggressioni fisiche e verbali, associati a gravi danni materiali all'aereo." L'organizzazione ritiene che "è un caso che nessuno sia rimasto seriamente ferito".

I rinvii coatti con voli speciali erano stati temporaneamente sospesi dopo il decesso di un richiedente l'asilo nigeriano nel marzo 2010 poco prima del decollo. L'inchiesta ha determinato che il decesso era dovuto a una grave malattia cardiaca non diagnosticata. In seguito a questo incidente è stato deciso di far accompagnare ogni volo da un'équipe medica. I voli speciali erano ripresi alla metà del 2010. Quello del 7 luglio scorso è tuttavia stato il primo verso la Nigeria.

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