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VAUDAnnullata una condanna per discriminazione razziale

06.10.17 - 12:20
L'uomo aveva pubblicato commenti violenti in Facebook il giorno dell'attentato commesso contro Charlie Hebdo
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Annullata una condanna per discriminazione razziale
L'uomo aveva pubblicato commenti violenti in Facebook il giorno dell'attentato commesso contro Charlie Hebdo

LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) ha annullato la condanna per discriminazione razziale inflitta dalla giustizia vodese ad un uomo che aveva pubblicato commenti violenti in Facebook il giorno dell'attentato commesso contro Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015.

Il trentenne aveva annunciato di aver l'intenzione di organizzare una "notte dei cristalli" e lanciato un appello a "chi volesse andare a bruciare muzz", precisando di aver presto a sua disposizione una pistola "P226, calibro 12". Nel marzo 2016, il vodese era stato condannato a 25 aliquote giornaliere per discriminazione razziale.

Confermando questa decisione, il Tribunale cantonale aveva ritenuto che per la media delle centinaia di persone che potrebbero aver visto la pagina, sia il termine "muzz" usato dall'interessato che l'accenno storico alla "notte dei cristalli" si riferiscono chiaramente alla comunità religiosa musulmana nel suo insieme. I giudici avevano inoltre ritenuto valida la definizione del termine "muzz" - musulmano - data dal "Wiktionnaire".

Quest'ultimo - sottolineano invece i giudici federali - non riveste alcun carattere ufficiale e le definizioni che propone possono essere liberamente modificate da chi lo desidera.

Di conseguenza, prima di rendere la sentenza, il Tribunale cantonale avrebbe dovuto sottoporre i risultati delle ricerche alle parti, dando loro la possibilità di esprimersi. Omettendo di farlo, la Corte cantonale ha violato il diritto di essere ascoltato del ricorrente.

L'uomo afferma che il termine "muzz" non interessa i musulmani nel loro insieme, ma soltanto parte di essi, gli autori fanatici di atti terroristici violenti. Il Tribunale cantonale dovrà ora riesaminare il suo caso.

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