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BERNAI cartelloni pubblicitari ginevrini offendono Islamabad

22.09.17 - 13:58
Le autorità pachistane hanno convocato l'ambasciatore svizzero a Islamabad ed esigono il ritiro dei manifesti in questione
Keystone
I cartelloni pubblicitari ginevrini offendono Islamabad
Le autorità pachistane hanno convocato l'ambasciatore svizzero a Islamabad ed esigono il ritiro dei manifesti in questione

BERNA - Alcuni cartelloni pubblicitari a Ginevra che chiedono la "liberazione" della provincia pachistana del Belucistan hanno suscitato l'ira di Islamabad, creando tensione diplomatica tra Pakistan e Svizzera. Le autorità pachistane hanno convocato l'ambasciatore svizzero a Islamabad ed esigono il ritiro dei manifesti in questione.

Questi cartelloni recitano "Free Baluchistan" e sono visibili da una settimana non lontano dalla sede ginevrina delle Nazioni unite e su alcuni bus dei Trasporti pubblici ginevrini (TPG). La campagna pubblicitaria dovrebbe durare due settimane, secondo TP Publicité SA, contattata dall'ats.

Se il Pakistan ha reagito così rapidamente è perchè questi manifesti sono firmati dalla "Baluchistan House", che si presenta come un think-tank. Secondo Islamabad, questo gruppo sarebbe affiliato all'Esercito di liberazione del Belucistan, che vuole l'indipendenza della provincia ed è considerato come un movimento "terrorista" dal governo pachistano.

Pressione da parte del Pakistan?

Contattato oggi dall'ats, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato che il suo ambasciatore è stato convocato a inizio settimana dal ministero pachistano degli Affari esteri nel quadro di questa vicenda, diffusa da RTSinfo.ch.

Il Pakistan ha fatto pressione sulla Svizzera per ritirare questi cartelloni? Il giornale pachistano di lingua inglese Dawn afferma che il rappresentante permanente del Pakistan presso l'ONU, Farukh Amil, ha scritto alle autorità svizzere per prendere misure contro questi manifesti pubblicitari. A suo avviso, sono un "flagrante attacco contro la sovranità e l'integrazione territoriale del Pakistan".

"Un rappresentante delle autorità pachistane in Svizzera ha contattato il DFAE. Quest'ultimo ha esposto la situazione di diritto (della libertà d'espressione) in Svizzera all'ambasciatore del Pakistan" a Berna, rispondono da parte loro i servizi di Didier Burkhalter.

Questi ultimi aggiungono che "la decisione di ritirare o no i cartelloni pubblicitari non è di competenza del DFAE". Berna ammette di aver appreso della volontà del presidente del Senato pachistano di richiedere l'espulsione dell'ambasciatore svizzero a Islamabad, ma precisa di non aver ricevuto alcuna richiesta ufficiale in questo senso. Il DFAE dice di seguire la situazione da vicino.

"Non siamo qui per censurare"

Da parte loro, i TPG e la filiale TP Publicité SA si difendono. "Non siamo qui per censurare", spiega all'ats il direttore generale di TP Publicité SA, Jean-Claude Schmalz. "Se abbiamo accettato questa campagna pubblicitaria è perché corrisponde alle nostre regole deontologiche", ha detto, affermando di non aver avuto contatti con il DFAE, ma con il Consiglio di Stato ginevrino.

"Queste clausole affermano che la messa a disposizione di uno spazio pubblicitario non deve essere in funzione dell'orientamento politico del messaggio, ciò è stato rispettato in questo caso", sottolinea ancora il portavoce dei TPG, François Mutter.
 


 

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