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VAUDDiscriminazione razziale, confermata la condanna per "quenelle"

03.08.17 - 12:00
Nel 2015, il Ministero pubblico aveva condannato i tre giovani a pene pecuniarie con la sospensione condizionale.
Keystone
Discriminazione razziale, confermata la condanna per "quenelle"
Nel 2015, il Ministero pubblico aveva condannato i tre giovani a pene pecuniarie con la sospensione condizionale.

LOSANNA - Un giovane ritratto con due compagni davanti ad una sinagoga di Ginevra mentre fa il gesto della "quenelle", reso popolare dal controverso comico francese Dieudonné, deve giustamente fare i conti con una condanna per discriminazione razziale. Lo indica il Tribunale federale (TF) in una sentenza divulgata oggi.

Una fotografia dei protagonisti della vicenda, avvenuta nel 2013, era stata pubblicata dalla versione elettronica di "20 Minutes": essa raffigurava i tre giovani mentre posavano uno accanto all'altro con il viso parzialmente coperto, intenti a fare il gesto della "quenelle" (un braccio testo verso il basso e l'altro piegato a toccare la spalla opposta). Uno di loro era in tenuta d'assalto dell'esercito.

Nel 2015, il Ministero pubblico aveva condannato i tre giovani a pene pecuniarie con la sospensione condizionale per discriminazione razziale. Due di essi non si sono opposti, mentre un terzo ha presentato ricorso fino a Losanna.

Anche se la "quenelle" è soggetta a diverse interpretazioni e pareri, essa è perlomeno percepita come un gesto osceno e sprezzante, rilevano i giudici federali nella loro decisione. Una persona non avvertita - sottolineano - interpreterà la "quenelle" inscenata davanti ad una sinagoga come un messaggio ostile e discriminatorio nei riguardi delle persone di confessione ebrea.

Inoltre, la "quenelle" riveste una connotazione antisemita a causa della polemica da essa sollevata in relazione a Dieudonné, generalmente nota alla popolazione di Ginevra. A ciò si aggiunge l'atteggiamento del ricorrente e dei compagni, che si erano dissimulati parzialmente il viso, nonché la tenuta militare indossata da uno di loro.

Un simile messinscena priva di pertinenza la tesi del giovane, secondo cui il gesto in causa va considerato soltanto come una "bravata", sottolineano i giudici. Esso soddisfa anche il criterio della pubblicità, poiché è stato inscenato in uno spazio pubblico, situato in pieno centro di Ginevra.

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