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GINEVRA«Tutto ciò che Fabrice A. racconta è falso»

18.05.17 - 17:30
L'accusa sostiene che l'imputato abbia accuratamente premeditato l'uccisione della socioterapeuta e chiede l'internamento a vita
Keystone
Olivier Jornot
Olivier Jornot
«Tutto ciò che Fabrice A. racconta è falso»
L'accusa sostiene che l'imputato abbia accuratamente premeditato l'uccisione della socioterapeuta e chiede l'internamento a vita

GINEVRA - «Tutto ciò che Fabrice A. racconta è falso» ha affermato oggi il procuratore generale di Ginevra Olivier Jornot, iniziando nel pomeriggio la propria requisitoria al processo per l'assassinio della socioterapeuta Adeline nel settembre 2013.

«Nel corso dei due anni dell'istruttoria, l'imputato è stato l'eroe della propria storia, che ha raccontato come se fosse un'epopea», ha detto la pubblica accusa, secondo cui il 42enne - contrariamente a ciò che afferma - ha accuratamente premeditato l'uccisione della socioterapeuta che lo accompagnava.

«Il suo racconto è una somma di bugie, corrette in funzione degli elementi riuniti dalla polizia e delle audizioni dei testimoni», ha proseguito Jornot, enumerando le ricerche in internet svolte dal carcerato sulla carotide, nonché per ordinare un coltello, «di cui sono state trovate 89 immagini nel suo computer».

Fabrice A. «si è inoltre arrangiato per fare il modo che Adeline lo accompagnasse ed ha reperito il luogo del delitto». Ha anche nascosto in un primo tempo di aver costretto la vittima a subire un bacio prima di morire, «allo scopo di dissimulare la natura sessuale del suo gesto», ma è stato smascherato dalle analisi del DNA effettuate dagli inquirenti.

La triste realtà - Le sue fantasie di sgozzamento coinvolgevano precisamente Adeline, ma l'imputato non ne ha fatto parola durante l'istruttoria, ha affermato il procuratore. Il 42enne «sapeva fin dall'inizio che sarebbe stato una bomba quando si sarebbe ritrovato da solo con Adeline», ha accusato.

Jornot ha anche descritto la «triste realtà» del delitto: l'incisione sulla gola di Adeline misurava 18,5 centimetri e secondo gli esperti è intercorso un intervallo di 10-20 minuti prima della morte. «Per questo tempo, Fabrice A. è rimasto a guardare attentamente», ha sostenuto la pubblica accusa.

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