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BERNAAddio a Ueli Steck: «Lo conoscevo da 20 anni. Ha vissuto con grande passione»

30.04.17 - 16:01
Evelyne Binsack, esperta di sport estremi, racconta della sua lunga amicizia con lo sfortunato alpinista morto questa mattina sull'Everest
Keystone / binsack.ch
Addio a Ueli Steck: «Lo conoscevo da 20 anni. Ha vissuto con grande passione»
Evelyne Binsack, esperta di sport estremi, racconta della sua lunga amicizia con lo sfortunato alpinista morto questa mattina sull'Everest

BERNA - «Un vero disastro». Con queste parole Evelyne Binsack, guida alpina ed esperta di sport estremi, ha descritto quanto avvenuto a Ueli Steck, morto questa mattina durante una perlustrazione sul Monte Everest.

Una tragedia che ha colpito duramente la 49enne, che ha raccontato a 20 Minuten del proprio rapporto con lo sfortunato alpinista, con il quale condivideva la passione per l’avventura e la montagna. «Conoscevo Ueli da 20 anni. La nostra era un’amicizia fondata su grande ammirazione e rispetto l’uno per l’altro», ha raccontato la donna, che in passato si è trovata più volte a scalare in compagnia dell’amico. «Ci siamo specializzati in percorsi differenti, ma seguivo con molto interesse il suo nuovo progetto».

La morte di Steck per la 49enne è «una perdita terribile: per me, per l'alpinismo e soprattutto per la sua famiglia. Non posso fare a meno di pensare a sua moglie», racconta la donna, che ha provato a spiegare cosa spinga alcune persone a sfidare in questo modo i propri limiti. «Senza passione non si può vivere. Non poterla inseguire è come perdere parte della propria anima. E senza passione è impossibile compiere grandi imprese», ha dichiarato l'alpinista.

Anche quando una persona è fisicamente e mentalmente molto preparata, il rischio è sempre in agguato. «Non succederà nulla. Tutto andrà per il verso giusto. Questi pensieri accompagnano me, colleghi e amici ogni singolo giorno», sottolinea Evelyne Binsack. «In fondo anch'io sono solamente un essere umano. Sento la paura. Le preoccupazioni dentro di me. Ma sono un’appassionata di sport estremi, e devo convivere con questa agitazione».

«Era uno dei migliori» - Anche il ministro svizzero responsabile dello sport Guy Parmelin ha espresso le condoglianze ai famigliari di Ueli Steck, dopo aver appreso della sua morte sul Monte Everest.

«Steck era uno dei migliori, spostava i limiti, ma rimaneva sempre umile», ha scritto il consigliere federale in una presa di posizione. Parmelin apprezzava «le prestazioni, la forza di volontà e l'attitudine» di Steck. Quest'ultimo affrontava le sue missioni «con il massimo rispetto e precisione».

Sepoltura in Nepal - Secondo il volere della sua famiglia, Ueli Steck sarà sepolto in Nepal, dove aveva i suoi amici, ha indicato il suo portavoce Andreas Bantel. La famiglia si recherà in Asia al fine di assistere alle esequie nei prossimi giorni, che si svolgeranno secondo la tradizione buddista. Una cerimonia commemorativa sarà organizzata successivamente in Svizzera.

La famiglia del defunto ha per altro chiesto di evitare di fare speculazioni sulle circostanze della morte.

 

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