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ZURIGOPerquisita la casa di Jürg Jegge

13.04.17 - 10:52
La Procura zurighese ha aperto pochi giorni fa un procedimento penale contro il 73enne
Keystone
Perquisita la casa di Jürg Jegge
La Procura zurighese ha aperto pochi giorni fa un procedimento penale contro il 73enne

ZURIGO - La polizia cantonale e il ministero pubblico di Zurigo hanno effettuato una perquisizione nella casa di Rorbas (ZH) del pedagogista Jürg Jegge, accusato di abusi sessuali in un libro scritto da un ex allievo.

Il 73enne ha ammesso di aver avuto "contatti sessuali" con allievi negli anni Settanta, ormai andati in prescrizione e dunque non più punibili. La Procura zurighese ha comunque aperto venerdì una inchiesta preliminare contro il pedagogista per chiarire se ci siano state altre infrazioni non ancora prescritte. Il ministero pubblico invita eventuali vittime o testimoni ad annunciarsi. Per aprire formalmente un procedimento penale l'autorità d'inchiesta deve prima chiedere l'autorizzazione al Tribunale superiore zurighese, essendo Jegge un ex dipendente dello Stato.

L'obiettivo della perquisizione è di chiarire le circostanze degli abusi di cui è accusato, indica oggi il ministero pubblico zurighese precisando che è stato sequestrato del materiale. Jegge non è stato fermato e non è oggetto di alcun mandato d'arresto, ha riferito all'ats la portavoce Corinne Bouvard. Sarà però interrogato nei prossimi giorni.

Jegge, nato il 29 luglio 1943 a Zurigo, era stato per 20 anni docente speciale in una scuola elementare dell'Unterland zurighese. Nel 1976 aveva pubblicato la sua opera prima "Dummheit ist lernbar" (in italiano: "La stupidità si può imparare"), diventato un best seller con oltre 200'000 copie vendute e che è tuttora considerato, tradotto in più lingue, un'opera di riferimento per una pedagogia senza costrizioni.

Il 4 aprile, un ex allievo di Jegge, Markus Zangger, oggi 58enne, ha presentato a Zurigo un libro in cui accusa il pedagogista di aver abusato di lui da quando aveva 12 anni. In un colloquio concesso all'ats, Jegge non ha contestato i fatti addebitatigli, pur tentando di relativizzarli e di farli passare per una forma di terapia. Con gli allievi della sua classe speciale «ci sono stati contatti di vario tipo, anche sessuali», ha detto, ricordando che all'epoca, negli anni Settanta, erano in voga teorie che ipotizzavano l'emancipazione della persona attraverso la liberazione del corpo e della sessualità.

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