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BERNAAvviate le indagini sul presunto spionaggio turco

24.03.17 - 12:50
Il Ministero pubblico della Confederazione sospetta che le comunità turche in Svizzera vengano spiate
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Avviate le indagini sul presunto spionaggio turco
Il Ministero pubblico della Confederazione sospetta che le comunità turche in Svizzera vengano spiate

BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha avviato, su autorizzazione del Consiglio federale, un procedimento penale per spionaggio politico ai danni di rappresentanti di comunità turche in Svizzera. Lo ha detto oggi all'ats la stessa Procura federale, confermando una notizia dell'emittente televisiva svizzerotedesca SRF.

Un portavoce ha indicato che le autorità competenti hanno chiesto il benestare del Consiglio federale prima di agire: dopo che quest'ultimo, per voce del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), ha concesso la sua autorizzazione, lo scorso 16 marzo l'MPC ha aperto un procedimento penale per sospetto spionaggio politico. La procura non ha voluto fornire altre informazioni in merito, visto che si tratta di un dossier tuttora pendente.

A metà marzo diversi media avevano riferito di attività di spionaggio all'Università di Zurigo ai danni di cittadini turchi critici nei confronti del governo di Recep Tayyip Erdogan. I fatti risalivano all'11 gennaio, quando - secondo quanto riferito da un dottorando a "Tages-Anzeiger" e "Der Bund" - due uomini si sono presentati a un seminario storico dell'ateneo zurighese dedicato al genocidio Armeno e hanno fotografato con il loro cellulare tutti i presenti.

In modo ancora più sfrontato avrebbero agito in dicembre, nell'Aula magna dell'università, altre spie turche durante una manifestazione in omaggio al lavoro di Can Dündar, ex direttore del quotidiano laico turco Cumhuriyet e fiero oppositore del presidente Erdogan. I due avrebbero fotografato una dopo l'altra le persone presenti.

Il 10 marzo infine, i Verdi svizzeri hanno pubblicato sul loro sito online un documento interno dell'ambasciata turca a Berna che invitava a tenere d'occhio le istituzioni e le associazioni che sembrano avere un legame con Fethullah Gülen, il predicatore accusato dal presidente turco Erdogan di aver orchestrato il fallito golpe dello scorso luglio.

Nel documento diffuso dal partito ecologista - che ha pubblicato sul proprio sito il testo originale (in turco e tedesco) - Engin Yilmaz, uno dei responsabili degli affari religiosi dell'ambasciata di Berna, afferma che i sostenitori di Gülen stanno aumentando anche in Svizzera, espandendosi in diverse sfere della società. Di recente, alcuni si sarebbero stabiliti nella Confederazione dopo essere fuggiti dalla Turchia. Yilmaz accusa nella lettera i gülenisti di influenzare tramite mezzi finanziari la copertura mediatica elvetica.

Il tema, decisamente scottante, è stato discusso ieri a Berna dal responsabile della diplomazia elvetica Didier Burkhalter e dal suo omologo turco Mevlüt Cavusoglu. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha in particolare riferito al collega di Ankara che la Svizzera esaminerà attentamente eventuali indizi relativi ad attività illecite di spionaggio. Si tratta di attività illegali, lesive dell'articolo 272 del codice penale, che sarebbero opera in particolare della Fondazione turco-islamica svizzera (Türkisch-Islamische Stiftung Schweiz, Tiss) e dell'Unione dei democratici turco-europei (Union Europäisch-Türkischer Demokraten, UETD).

Burkhalter ha sottolineato che "la libertà di espressione è un valore universale riconosciuto dalla Svizzera; il nostro Paese auspica che questo valga anche per i cittadini turchi che si apprestano ad andare alle urne, in Svizzera o in Turchia", ha concluso il ministro elvetico.

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