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ZURIGO«La terapia da 29mila franchi al mese ha avuto effetti positivi»

06.03.17 - 14:48
Nel processo contro il 21enne di Zurigo a prendere la parola è la difesa. Che punta sull'assenza di prove e sui progressi fatti dal giovane
«La terapia da 29mila franchi al mese ha avuto effetti positivi»
Nel processo contro il 21enne di Zurigo a prendere la parola è la difesa. Che punta sull'assenza di prove e sui progressi fatti dal giovane

ZURIGO - Nel processo che deve decidere le sorti di "Carlos", il 21enne zurighese alla sbarra con l'accusa di aggressione aggravata, a prendere la parola, dopo accusato e accusa, è stata la difesa.

«Circostanze controverse» - Quello dell'avvocato Marcel Bosonnet è uno sforzo teso a mitigare i gravi addebiti mossi dal procuratore pubblico più che un tentativo di scagionamento vero e proprio: «Carlos, interrogato, ha subito ammesso di essere stato il primo a sferrare il pugno. Le circostanze, tuttavia, sono molto controverse», spiega Bosonnet.

L'avvocato punta sull'assenza di prove concrete a supporto della versione dell'accusa: «Quando la polizia ha chiesto i filmati di videosorveglianza alla ditta che gestisce i tram, il video dell'aggressione era già stato sovrascritto», sottolinea. «Una prova fondamentale è andata persa».

«Dichiarazioni non attendibili» - Per l'avvocato la dichiarazione della vittima, che afferma di non avere provocato Carlos, non è credibile. E non trova attendibile nemmeno il testimone, che avrebbe legami con l'uomo colpito dal 21enne. «Solo un pugno è stato sferrato. È provato. Questo contraddice la testimonianza della vittima, che afferma di essere stata colpita due volte».

Bosonnet ha proseguito nel tentativo di provare la contraddittorietà delle dichiarazioni della vittima. «Ricordava la posizione in cui si trovava una volta finito a terra. Non si può quindi parlare di stato di incoscienza. Il colpo inferto da Carlos non era così forte. Anzi. La maggior parte delle lesioni sono, secondo il medico, guaribili in fretta». Il rossore e mascella rotta, infine, potrebbero essere attribuite alla caduta, e non al pugno di Carlos. «Non c'è mai stato pericolo per la sua vita», precisa Bosonnet.

«Terapia efficace» - L'avvocato sostiene la tesi di Carlos secondo il quale il maltrattamento subito in carcere avrebbe compromesso il suo stato psicologico. e difende le misure e i costi per la sua riabilitazioni. «Anche se costosa (si parla di 29mila franchi mensili), la terapia di Carlos si è rivelata efficace. Per la prima volta nella sua vita ha iniziato a seguire le regole e ha fatto dei progressi. Dobbiamo ricordaci di quanto la sua vita sia stata difficile», aggiunge Bosonnet. «Si può lavorare ancora con lui e guardare avanti se si vuole dargli una possibilità».

Bosonnet, infine, chiede una pena detentiva massima di 12 mesi, meno della metà rispetto a quanto proposto dall'accusa (30 mesi).

Durante tutto il corso del dibattimento Carlos si è mostrato totalmente disinteressato alle parole del suo avvocato. Il giovane ha guarda con uno sguardo vuoto sulla sua scrivania, come se nulla fosse.

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