Il Partito socialista attacca l'esercito: «Continua a ragionare in base ad una logica da guerra fredda e a prepararsi a guerre che esistono solo nella testa di alcuni funzionari»
BERNA - L'esercito continua a ragionare in base ad una logica «da guerra fredda» e a prepararsi a guerre tradizionali che ormai «esistono solo nella testa di alcuni funzionari». Il Partito socialista invita quindi il consigliere federale Guy Parmelin a riformare in profondità la cultura dell'esercito e fissare priorità che rispondano alle minacce attuali.
Il rapporto 2016 della politica di sicurezza ha dimostrato che ci troviamo di fronte e nuove minacce e tipi di conflitti inediti, scrive il Ps in un comunicato. I rischi vengono dai cyberattacchi e attentati, mentre è impensabile un conflitto su suolo svizzero.
Per queste ragioni è incomprensibile che l'esercito svizzero chieda di «recuperare il ritardo» spendendo 225 milioni in munizioni. Si ha la sensazione che l'esercito cerchi in tutti i modi di spendere il budget militare dopo il fallimento dei Gripen e del progetto di difesa contraerea BODLUV, affermano i socialisti giudicando questo atteggiamento «irresponsabile» di fronte ai programmi di austerità annunciati dal governo.
Il Ps invita quindi Guy Parmelin a basare le scelte strategiche sulle conclusioni del rapporto sulla politica di sicurezza e ad abbandonare la logica «da guerra fredda». Se il consigliere federale riformerà profondamente la cultura dell'esercito, il Ps sosterrà il progetto, conclude il comunicato.