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BERNA/GAMBIAIl Gambia vuole l'estradizione dell'ex ministro Sonko

22.02.17 - 19:10
Il politico era stato arrestato lo scorso 26 gennaio a Lyss
Foto d'archivio
Il Gambia vuole l'estradizione dell'ex ministro Sonko
Il politico era stato arrestato lo scorso 26 gennaio a Lyss

BERNA - Il Gambia vuole l'estradizione di Ousman Sonko, ex ministro dell'interno del Paese africano che aveva chiesto asilo in Svizzera ed è stato arrestato lo scorso 26 gennaio a Lyss (BE). È quanto rivela la televisione svizzero tedesca SRF anticipando sul suo sito web interviste di dirigenti gambiani che andranno in onda stasera nella trasmissione "Rundschau".

«Vorrei che il governo svizzero estradasse Sonko in Gambia, in modo che possa rispondere dei suoi delitti davanti a un tribunale gambiano. Se questo non è possibile, le autorità elvetiche dovranno consegnarlo al Tribunale internazionale penale dell'Aia», ha detto il ministro degli esteri Ousainou Darboe all'emittente.

È dello stesso avviso anche il nuovo ministro degli interni gambiano Ahmed Fatty: «Vogliamo sapere chi ha fatto cosa e quando per accertare una responsabilità personale». Sonko avrebbe giocato un ruolo chiave sotto la dittatura di Yahya Jammeh, che ha lasciato il Paese lo scorso gennaio. «Se ci consegnate Sonko, potremo chiarire molte domande ancora aperte».

Più in generale, il presidente gambiano Adama Barrow vuole elaborare il crudele passato del Paese sotto la dittatura: «Prima che ci possa essere una riappacificazione, dobbiamo conoscere la verità. Senza verità nessuna conciliazione».

Un'estradizione sembra al momento poco probabile. Una richiesta dal Gambia in questo senso non è ancora arrivata all'Ufficio federale di giustizia (UFG), ha detto all'ats il portavoce Folco Galli. In ogni caso, l'estradizione di una persona è esclusa quando rischia una pena di morte nel suo Paese, ha precisato l'UFG. Bisogna adempiere a criteri ben precisi, tra cui un sistema giudiziario indipendente. I reati contestati a Sonko dovrebbero inoltre essere punibili anche in Svizzera.

L'ultima esecuzione in Gambia risale al 2012. Da allora vige una moratoria, ha indicato Alexandra Karle, responsabile della comunicazione di Amnesty Svizzera.

Anche per un eventuale processo all'Aia, il Tribunale internazionale dovrebbe inoltrare una richiesta di collaborazione, che non è finora pervenuta, ha indicato l'UFG.

L'arresto di Sonko, lo scorso 26 gennaio, è avvenuto a seguito di una denuncia penale presentata dalla ong con sede a Ginevra Trial International. Quattro giorni più tardi la Procura bernese ha fatto sapere che il giudice dei provvedimenti coercitivi regionale ha accolto la richiesta di carcerazione preventiva per un periodo di tre mesi, prolungabili se necessario. «Sussistono elementi sufficienti per non escludere il sospetto di crimini contro l'umanità», scriveva a inizio mese il Ministero pubblico della Confederazione.

La presenza in Svizzera di Sonko da novembre era stata rivelata proprio dalla trasmissione "Rundschau" della SRF lo scorso 25 gennaio e la notizia non aveva mancato di suscitare critiche a Berna per il suo mancato intervento.

Bastavano infatti pochi minuti di ricerca con Google per rendersi conto delle pesanti accuse pendenti contro l'uomo che era stato dal 2006 al 2016 ministro dell'interno del Gambia, prima di essere destituito lo scorso settembre dall'allora presidente Yahya Jammeh: Sonko avrebbe ordinato numerosi assassinii, esecuzioni e torture di oppositori politici. Secondo specialisti del diritto d'asilo citati dai media, Sonko avrebbe dovuto essere arrestato sin dal suo arrivo in Svizzera.
 
 

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