Il caso rigurada un egiziano che voleva portare in Svizzera il figlio lasciato alle cure della madre
STRASBURGO/BERNA - La Svizzera ha violato il diritto al rispetto della vita privata e famigliare di un egiziano impedendo a suo figlio di raggiungerlo nella Confederazione. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Confederazione a versare in tutto 10'000 euro di indennizzi (circa 10'800 franchi).
Il padre di famiglia a 45 anni ha fatto domanda d'asilo in Svizzera, lasciando il figlio alle cure della madre. La richiesta è stata respinta, ma l'uomo ha sposato una cittadina elvetica, ottenendo poi la cittadinanza.
Giunto in Svizzera nel 2003, il figlio è ripartito due anni dopo per disaccordi con la matrigna. Il padre si è in seguito separato dalla compagna, chiedendo il ricongiungimento famigliare con il figlio. Questo diritto gli è stato però negato in ultima istanza dal Tribunale federale nel luglio 2010.
La Corte di Losanna aveva sostenuto che il figlio aveva più contatti in Egitto che in Svizzera e che per gran parte della sua vita era stato allevato da sua madre e da sua nonna. Inoltre, la richiesta del padre è arrivata fuori dai termini previsti.
Secondo la Corte europea di Strasburgo, il rifiuto alla richiesta di ricongiungimento viola il diritto alla vita privata e famigliare e non tiene conto della Convenzione sui diritti dell'infanzia. Il figlio aveva quindici anni quando è stata inoltrata la domanda.
In questi casi il bene del ragazzo è considerato predominante, ha spiegato la Corte, e il Tribunale federale non ne ha tenuto sufficientemente conto. Per questa ragione la Confederazione deve risarcire padre e figlio con un totale di 8'000 euro e pagare 2'000 euro per le spese giudiziarie.
ats