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CANTONETruffa da 800 milioni, Behring condannato a 5 anni e 6 mesi

30.09.16 - 10:19
Il finanziere basilese è stato condannato dal Tribunale penale federale per truffa per mestiere e riciclaggio di denaro
Foto d'archivio (Tipress)
Truffa da 800 milioni, Behring condannato a 5 anni e 6 mesi
Il finanziere basilese è stato condannato dal Tribunale penale federale per truffa per mestiere e riciclaggio di denaro

BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) ha condannato oggi a 5 anni e 6 mesi di carcere il finanziere basilese Dieter Behring, accusato di aver truffato con un sistema piramidale 2000 investitori per complessivi 800 milioni di franchi tra settembre 1998 e ottobre 2004. Un ricorso al Tribunale federale è praticamente certo.

Il processo a carico del 61enne imputato in uno dei più grossi casi di truffa della storia giudiziaria svizzera si era tenuto a Bellinzona dal 30 maggio al 30 giugno scorsi. Il pubblico ministero Tobias Kauer aveva chiesto sei anni e nove mesi di reclusione per truffa per mestiere e riciclaggio di denaro aggravato, la difesa l'archiviazione del caso, o alternativamente il proscioglimento.

Nella sua requisitoria, il pubblico ministero Kauer aveva rilevato che tutti gli indizi convergono nell'indicare che il "sistema Behring", con promesse di rendite a due cifre, era un sistema truffaldino piramidale - come il collaudato "schema Ponzi" analogo alla "catena di Sant'Antonio" - che fa guadagnare i primi arrivati per lasciare a mani vuote tutti quelli che seguono.

Il Tribunale ha accolto in buona parte la tesi dell'accusa. Ha però lasciato cadere l'accusa di riciclaggio a causa della prescrizione e ha tenuto conto anche dell'eccessiva durata del procedimento.

«Non è stato nient'altro che un bluff», ha affermato il presidente della corte Daniel Kipfer Fasciati commentando la sentenza, con riferimento al "sistema Behring". Un bluff che ha causato un «gigantesco numero di vittime» per una «somma del reato smisurata». In molti casi, ha detto il giudice, le conseguenze individuali per gli investitori sono state disastrose: l'asserito guru della borsa ha agito in modo «estremamente egoistico e privo di scrupoli».

Il procuratore aveva giustificato in aula la lunghezza del procedimento - durato ben 12 anni - adducendo la complessità del caso e il comportamento «ostruttivo» dell'imputato. La difesa ha invece denunciato una violazione del principio di celerità da parte del Ministero pubblico della Confederazione (MPC).

Arrestato il 19 ottobre 2004 a Basilea, Behring era stato rilasciato a fine aprile 2005 e il suo impero finanziario liquidato. Nel marzo 2007 era stato di nuovo arrestato, per essere liberato due settimane dopo al pagamento di una cauzione di un milione di franchi in contanti. Il passaporto gli era stato confiscato. Nella pena inflitta sono compresi anche i 203 giorni di detenzione preventiva già scontati.

In origine dieci persone erano nel mirino degli inquirenti. La Procura federale ha però deciso infine di concentrare le sue attenzioni sul solo Behring e ha poi emesso, nel 2014, decreti di abbandono nei confronti degli altri nove coimputati.

Una decisione vigorosamente contestata dalla difesa durante il processo. L'avvocato Bruno Steiner ha espresso il sospetto che il TPF e l'MPC, per facilitarsi il compito, avessero trovato nel 2012 un'intesa per portare avanti il procedimento penale solo nei confronti di Behring, lasciando invece cadere quelli avviati contro le altre nove persone implicate. Una strategia che la corte ha trovato giustificata, perché a suo avviso Behring nelle questioni decisive ha agito da solo e non può essere considerato «un capro espiatorio» come sostenuto dai suoi difensori.

La sentenza odierna è ben lungi da chiudere il caso. Un ricorso al Tribunale federale appare più che probabile. Questa è una sentenza «nel dubbio contro l'imputato» invece che «in dubio pro reo ("nel dubbio in favore dell'imputato")» come afferma uno dei massimi principi del diritto penale, ha subito commentato il difensore privato Daniel Walder. La difesa aspetta comunque, prima di decidere, le motivazioni scritte, che secondo una nota del TPF non sono da attendersi prima del primo trimestre 2017.

Inoltre, durante il processo, Behring e i suoi avvocati hanno utilizzato tutti i mezzi a loro disposizione per prolungare il procedimento, con una raffica di richieste di ricusazione e denunce penali contro i magistrati coinvolti. Per il principale reato a carico del basilese subentra la prescrizione dopo 15 anni.

Il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber - che ha deposto come teste e ha negato che contro i coimputati fossero già bell'e pronti atti d'accusa - è stato denunciato per falsa testimonianza. Con il suo vice Ruedi Montanari e il procuratore federale Tobias Kauer, Lauber è inoltre accusato dalla difesa di Behring di abuso di autorità e sviamento della giustizia.

L'Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione ha designato un procuratore straordinario per esaminare le denunce, il magistrato sangallese Thomas Hansjakob. Ma Behring ha presentato un'istanza di ricusazione anche contro di lui, della quale dovrà occuparsi la Camera dei reclami penali del TPF.

Non è tutto. La difesa di Behring ha denunciato anche il presidente del TPF Daniel Kipfer Fasciati, per presunta violazione del segreto d'ufficio, abuso d'autorità, falsità in atti formati da pubblici ufficiali o funzionari e tentato favoreggiamento. Una decisione sulla fondatezza della denuncia toccherà ancora all'MPC. Se dovessero emergere indizi di un comportamento delittuoso la palla passerà alle commissioni competenti delle Camere federali per l'autorizzazione a procedere. Come presidente del TPF il giudice gode infatti dell'immunità.

 

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