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VALLESEUna giovane vallesana con il verme dell'occhio

20.09.16 - 20:43
La ragazza ha contratto il Loa loa, nematode filariasi diffuso principalmente in Africa e in India. In ospedale i medici hanno avuto difficoltà a riconoscere il parassita e a trattarlo
Una giovane vallesana con il verme dell'occhio
La ragazza ha contratto il Loa loa, nematode filariasi diffuso principalmente in Africa e in India. In ospedale i medici hanno avuto difficoltà a riconoscere il parassita e a trattarlo

SION - Annouchka Nanchen è una mamma angosciata. «Ho sospettato subito che si trattasse di un parassita. Ho immagini impressionanti in cui si vede un verme che sporge dall'occhio di mia figlia», ha riferito a Le Matin la signora nel raccontare il caso della figlia, che, un mese fa, ha contratto il Loa loa, un verme parassita dell'uomo e di altri animali, diffuso principalmente in Africa e in India. Eppure, come sostiene la madre, inizialmente i medici non si sono accorti di quello che stava succedendo a Rebecca.

«Nessun medico ha notato che aveva un verme dentro di sé» - Nanchen sostiene che il parassita Loa loa che si trova nell'occhio della figlia sia "ospite" dai tempi delle vacanze trascorse in Camerun sette anni fa: «nessun medico ha notato che aveva dentro di sé un verme». Inizialmente un oculista le aveva diagnosticato una semplice infezione e le aveva prescritto una cura antibiotica. «Una cura che ha acuito il problema», ha aggiunto la madre.

«Niente di particolare» - Nella clinica di Martigny dove Rebecca è stata visitata all'inizio di settembre, il dottor Christophe Cuq, l'oftalmologo che l'ha visitata non aveva constatato niente di particolare, «l'acutezza della vista era risultata buona in entrambe gli occhi» e che «non vi erano indicazioni della presenza di un parassita, altrimenti sarebbe stata subito trasferita nel reparto malattie infettive».

«Nel formulario non aveva segnalato nulla di particolare» - Cuq quindi le ha prescritto una cura antibiotica: «Ho raccomandato alla paziente di consultarmi di nuovo qualora la situazione dovesse peggiorare». Inoltre, prima dell'esame, nel formulario che ha dovuto riempire Rebecca, non era stata segnalato nulla di particolare, neppure un eventuale viaggio all'estero fatto di recente.

«Pochi specialisti di malattie infettive tropicali in Svizzera» - Negli ospedali svizzeri sono pochi gli specialisti in malattie infettive tropicali. «Sono una cinquantina i medici in Svizzera che dispongono di una formazione in questo campo», ha affermato il Dr. Christoph Hatz a «Le Matin», professore all'Istituto per le malattie tropicali e della sanità pubblica di Basilea. In caso di dubbi è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista. «E' comprensibile che un medico generalista non conosca a fondo tutti i dettagli legati a una malattia simile».

Le malattie tropicali si manifestano dopo il ritorno a casa - Per quanto riguarda, invece, il rischio per i viaggiatori di contrarre un parassita come il Loa loa, l'esperto tranquillizza: «La maggior parte delle malattie tropicali si manifestano nelle settimane o nei mesi che seguono al ritorno». Soltanto in casi rarissimi le infezioni si manifestano fino a 20 anni dopo il contagio. Soprattutto in Africa, ma anche in Asia e in America Latina, sussiste il pericolo di prendersi una parassita.

Rebecca è seguita dai medici dell'ospedale cantonale del Vallese, a Sion. Venerdì scorso ha iniziato un trattamento che durerà tre settimane.

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COMMENTI
 

911 7 anni fa su tio
Per chi viene contagiato dopo il ritorno da uno di questi paesi mi dispiace, ma prepariamoci ad essere contagiati da malattie praticamente a noi quasi sconosciute grazie all`invasione dei nostri profughi ,che come succede spesso sono portatori di malattie strane e nessuno dice e fa niente , vedi scabbia e via di seguito ,ma dopo secondo il nostro rappresentante per la sanita la colpa dei continui aumenti delle casse malati sono dovute all`invecchiamento della popolazione.

spank77 7 anni fa su tio
Il problema - a mio modesto avviso - è che molti medici - anche se competenti - sono troppo sicuri di stessi e quindi "guardano" senza "vedere". Visitano un paziente e pensano già al secondo che aspetta in sala di attesa. A volte 5 minuti in più fanno la differenza.

ladycore 7 anni fa su tio
Risposta a spank77
Meglio ancora leggono articoli scientifici su internet poi prescrivono un trattamento senza conoscerne gli effetti secondari...te lo garantisco! I medici in Ticino, ma anche nel resto della Svizzera, sono privi di esperienza punto! Andrebbero obbligati a lavorare alcuni anni in importanti centri ospedalieri con maggior casistica e malattie complesse. Poi tornare in Svizzera e continuare con aggiornamenti all'estero. L'esperienza viene fatta sui numeri e noi siamo 4 gatti. Ti ammali in Ticino? Spera sia qualcosa di semplice se no Nord delle Alpi.
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