Cerca e trova immobili
La quarantenne dovrà scontare 18 mesi.
BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha condannato oggi un'impiegata della Suva a 18 mesi - con la condizionale di due anni - per truffa e falsità in documenti. Le malversazioni risalgono agli anni 2013/2014 e ammontano a 237'139 franchi.
La condanna è una via di mezzo tra quanto richiesto dall'accusa (20 mesi) e dalla difesa (16 mesi). La donna ha agito con «notevole energia criminale», ha affermato la giudice. Per mesi e mesi ha effettuato transazioni irregolari per un totale di 41 casi.
Secondo l'atto d'accusa del Ministero pubblico della Confederazione, la quarantacinquenne ha inserito retroattivamente nel sistema informatico della Suva bollette ingiustificate presso assicurati esistenti creando così di sua propria iniziativa assicurati fittizi.
Si tratta di importi inferiori a 10'000 franchi ciascuno. La donna faceva affidamento sul fatto che al di sotto di tale soglia i controlli da parte dei suoi superiori gerarchici sarebbero stati meno sistematici.
L'ex impiegata aveva inoltre creato una società fittizia. Di quest'ultima aveva redatto personalmente tutta la relativa documentazione nei dossier della Suva e dichiarato il falso anche ai colleghi.
«Avevo problemi finanziari» - In tribunale l'imputata ha ammesso la sua colpevolezza ed espresso rammarico. Ha dichiarato di aver voluto risolvere alcuni problemi finanziari e pagare dei debiti, in particolare nei confronti dell'ex locatore e di un veterinario. Dopo un colloquio con la Suva si era autodenunciata nella primavera del 2014.
Il tribunale ha ritenuto tali difficoltà quali attenuanti. Anche l'avvocato difensore aveva fatto riferimento alla pressione finanziaria a cui era sottoposta la donna. Il veterinario avrebbe fatto delle richieste estremamente elevate.
La Suva si era costituita parte civile. Il tribunale ha inoltre deciso che l'ex impiegata dovrà procedere alla restituzione dei 237'139 franchi.
