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SAN GALLOLe picchiava, le violentava, le trattava come «oggetti sessuali usa e getta»

25.05.16 - 14:56
Un giovane 26enne ha molestato, minacciato, picchiato e violentato tre donne per diversi anni. La corte di San Gallo lo ha condannato a quattro anni e mezzo di carcere
tipress
Le picchiava, le violentava, le trattava come «oggetti sessuali usa e getta»
Un giovane 26enne ha molestato, minacciato, picchiato e violentato tre donne per diversi anni. La corte di San Gallo lo ha condannato a quattro anni e mezzo di carcere

SAN GALLO - È un caso particolarmente grave quello trattato dal Tribunale di Werdenberg-Sarganserland (SG). Sul banco degli imputati è apparso un kosovaro cresciuto nella valle di Rhin vicino Coira (GR). Il 26enne è accusato di aver ripetutamente picchiato e violentato tre donne per quasi due anni, come riferisce  il quotidiano "S. Galler Tagblatt".

Secondo l'atto d'accusa, il 26enne bombardava di SMS le sue vittime e le molestava al telefono. Non perdeva poi l'occasione di seguirle ovunque, in qualsiasi momento della giornata. Se le donne si ribellavano alle sue attenzioni le colpiva al volto, all'addome e alla testa. Spesso le faceva sanguinare prima di violentarle. A volte filmava le sue atrocità.

«Il fatto di filmare l'aggressione non è nient'altro che una dimostrazione di forza sadica», ha detto il procuratore. Secondo il "St. Galler Tagblatt", le donne hanno cercato più volte di chiedere aiuto, rinunciando infine dopo aver subito forti pressioni dal loro aggressore.

L'imputato si vede come una vittima - Interrogato, l'imputato si è detto sorpreso. Ha dichiarato di essere vittima e di sperare che il processo avrebbe fatto emergere la verità. «E' chiaro che le mie esigenze, in termine di fedeltà, sono elevate, ma non ho mai controllato o violentato le mie donne», ha assicurato. Secondo lui, i fatti descritti dai giudici non sono altro che semplici litigi. «Mi è capitato di dare uno schiaffo, ma niente di più».

L'avvocato dl 26enne ha chiesto l'assoluzione per il suo cliente, facendo notare che non vi è alcuna prova concreta a sostegno della tesi dello stupro. L'avvocato ha inoltre stimato che in Kosovo questo tipo di reazioni emotive sono normali in caso di gelosia.

Il Tribunale tuttavia non è stato dello stesso avviso. E ha condannato l'imputato a quattro anni e mezzo di carcere per stupro, minacce, coercizione e sequestro di persona. I giudici hanno deciso per una pena più severa di quella richiesta dal Ministero pubblico che voleva 3 anni e mezzo.

La severità della pena è stata motivata spiegano che l'imputato non ha mostrato alcun segno di rammarico durante tutto il processo e ha continuato a minimizzare i fatti. «Per lei le donne non sono altro che oggetti sessuali, le usa e le getta senza alcun rispetto per i loro sentimenti», ha detto il presidente del tribunale.

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