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ZURIGOSpia gli allievi con un telecamera nei bagni

02.10.15 - 16:10
È accaduto in una scuola elementare di Zurigo. L'Alta scuola pedagogica estende l'obbligo di presentare l'estratto giudiziale
Spia gli allievi con un telecamera nei bagni
È accaduto in una scuola elementare di Zurigo. L'Alta scuola pedagogica estende l'obbligo di presentare l'estratto giudiziale

ZURIGO - L'Alta scuola pedagogica di Zurigo (PHZ) estende a tutti i docenti, anche quelli che hanno già insegnato in un altro cantone, l'obbligo di presentare l'estratto del casellario giudiziale: una misura decisa in seguito al caso di un insegnante in formazione rinviato a giudizio per aver filmato di nascosto delle allieve negli spogliatoi di una piscina.

L'obbligo varrà anche per chi ha già ottenuto l'abilitazione a insegnare in un altro cantone e si iscrive alla PHZ, ha detto oggi il direttore dell'Alta scuola zurighese, Walter Bircher, ai microfoni di radio SRF.

Il Ministero pubblico zurighese ha pubblicato ieri l'atto d'accusa nei confronti di un 42enne che durante uno stage con allieve di prima e seconda elementare ha nascosto una videocamera negli spogliatoi di una piscina di Zurigo e filmato diverse bambine.

Visto che l'uomo aveva già insegnato in precedenza in un altro cantone, l'Alta scuola zurighese è partita dall'idea che sul suo conto fossero già stati fatti accertamenti, ha precisato il direttore.

Walter Bircher si è peraltro detto consapevole che la nuova misura non eliminerà tutti i rischi, soprattutto se si considera che per iscrivere un reato sulla fedina penale è necessario attendere una condanna.

La vicenda del maestro "guardone" è venuta alla luce nel gennaio del 2014, quando delle scolare hanno scoperto la telecamera nascosta. Dall'inchiesta è emerso che il 42enne, originario della Svizzera orientale, ha iniziato a filmare di nascosto diverse persone già a partire dal 2012. Le vittime erano vicine di casa, sue nipoti, ma anche allieve di una scuola media e per finire le ragazzine delle elementari.

La procuratrice che ha condotto l'inchiesta chiede per l'uomo una condanna a tre anni di reclusione, di cui 18 mesi sospesi con la condizionale e 18 mesi da scontare. Tre anni è la pena massima prevista per il reato di violazione della sfera privata mediante apparecchi di presa d'immagini.

La pubblica accusa chiede inoltre che all'uomo sia proibito di lavorare in presenza di bambini e che si sottoponga a una terapia, che l'ex insegnante ha peraltro già iniziato. La data del processo non è ancora nota.

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