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FRIBURGOL'omicidio di Frasses fu l'atto finale di una faida

07.08.15 - 11:22
I due kosovari fermati in seguito ai fatti sono stati rinviati a giudizio per assassinio
L'omicidio di Frasses fu l'atto finale di una faida
I due kosovari fermati in seguito ai fatti sono stati rinviati a giudizio per assassinio

FRIBURGO - L'inchiesta sul brutale omicidio avvenuto a Frasses (FR) nel maggio 2013 è conclusa: allora un cittadino kosovaro era stato freddato davanti alla sua compagna e ai loro quattro figli. Secondo gli inquirenti l'uccisione è stata solo l'atto finale di una faida tra due clan che ha complessivamente causato la morte di una ventina di persone. I due kosovari fermati in seguito ai fatti di Frasses sono stati rinviati a giudizio per assassinio davanti al Tribunale penale della Broye.

Il 36enne era stato abbattuto verso le 23.50 dell'11 maggio 2013 poco dopo essere rientrato al suo domicilio assieme alla compagna di 21 anni e ai suoi quattro figli (di cui due dal primo matrimonio della vittima). La vittima si trovava davanti all'autorimessa quando due individui si sono avvicinati sparandogli e dandosi poi alla fuga attraverso i campi in direzione di Payerne (VD). L'uomo era stato raggiunto alla testa, al petto e alla schiena da complessivamente 15 proiettili.

Il ministero pubblico di Friburgo indica oggi in una nota che dall'inchiesta è venuta alla luce una faida tra due famiglie kosovare risalente per lo meno all'anno 2000. Nel corso dei successivi 14 anni almeno 12 membri delle due famiglie e una decina di altre persone vicine ai clan sono stati uccisi.

Due sospetti, anch'essi kosovari e uno dei quali legato a una dei due clan, erano stati arrestati nell'agosto e nel dicembre dello stesso anno con l'accusa di aver ucciso l'uomo. I due hanno sempre respinto ogni accusa, precisa il procuratore generale friburghese Fabien Gasser citato nella nota.

Secondo gli inquirenti le ipotesi sono due: o i due imputati sono gli esecutori materiali dell'omicidio, oppure sono dei semplici complici di altri due assassini di cui si sono ormai perse le tracce. In questo caso il loro ruolo sarebbe stato di tipo logistico: avrebbero fornito armi, trasportato i colpevoli sul luogo del crimine, assicurato la loro fuga e nascosto le armi del delitto.In ogni caso essi si troveranno a dover rispondere di assassinio, esposizione a pericolo della vita altrui, complicità in assassinio e infrazione della legge federale sulle armi davanti al Tribunale penale della Broye. Uno dei due è anche accusato di infrazione alla legge federale sul materiale bellico in relazione a un traffico d'armi con il Kosovo.

Secondo il procuratore generale Gasser, l'accusa di assassinio si giustifica per la totale assenza di scrupoli dei due uomini: se sono stati loro ad uccidere "non hanno esitato a sparare a sorpresa e più volte a una persona disarmata e davanti alla sua famiglia". Se invece non fossero stati loro a premere il grilletto, "hanno comunque fornito un aiuto indispensabile agli assassini". La spedizione aveva lo scopo di uccidere brutalmente il membro del clan nemico, in un contesto di fredda vendetta, conclude la nota.

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