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SVIZZERAAppalti sotto banco all'UFAM, imprenditore condannato per corruzione

29.07.15 - 17:51
L'uomo dovrà versare una pena pecuniaria di 21'600 franchi
Appalti sotto banco all'UFAM, imprenditore condannato per corruzione
L'uomo dovrà versare una pena pecuniaria di 21'600 franchi

BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha condannato con un decreto penale il direttore di un'impresa che ha corrotto il responsabile di un progetto informatico in seno all'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM). L'uomo, riconosciuto colpevole di corruzione e complicità in infedeltà nella gestione pubblica, dovrà versare una pena pecuniaria di 21'600 franchi. Le indagini, non ancora concluse, riguardano altre cinque persone e una perdita di 6,1 milioni di franchi per la Confederazione.

La condanna è stata resa nota oggi dalla Berner Zeitung facendo riferimento a un decreto d'accusa emesso il 3 luglio, nel frattempo ottenuto anche dall'ats. Il condannato dirige una ditta che ha messo a disposizione dell'UFAM, su base oraria, un collaboratore specializzato nelle tecnologie dell'informazione.

Stando al decreto penale, l'uomo ha versato sul conto privato del responsabile informatico dell'UFAM "provvigioni" di circa 12'700 franchi tra aprile e dicembre 2009. La procura federale lo ha condannato a 80 aliquote giornaliere di 270 franchi.

Il MPC ha aperto già nel 2010 un'indagine per corruzione e infedeltà nella gestione pubblica all'UFAM. Oltre all'uomo condannato oggi, gli indagati sono cinque, un ex dipendente dell'UFAM e quattro persone esterne all'Amministrazione federale.

L'indagine concerne un progetto informatico da 7,6 milioni di franchi avviato dall'UFAM nel 2007, il cui obiettivo era di collegare fra loro banche dati di autorità cantonali, nazionali e internazionali, con milioni di informazioni su suolo, aria, biodiversità, flora e fauna, in modo da agevolare l'accesso a questi dati.

Il progetto, gestito da un caposezione responsabile per l'informatica e la logistica dell'UFAM nel frattempo licenziato, è stato lasciato cadere a fine agosto 2012, in parte a causa dell'inchiesta della procura federale, in parte in ragione della sua complessità e dell'incerto sviluppo dei costi.

Dei 7,6 milioni stanziati, 6,1 sono ormai considerati persi, almeno temporaneamente: l'UFAM spera di poter ottenere eventualmente un risarcimento danni, in quanto parte civile. I restanti 1,5 milioni sono stati impiegati altrove.

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