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ZURIGOIl principe Ali si ritira. Blatter è di nuovo presidente

29.05.15 - 19:22
Nella prima votazione non aveva ottenuto i voti necessari, ma era in vantaggio. Il suo sfidante ha deciso di abbandonare la sfida
Il principe Ali si ritira. Blatter è di nuovo presidente
Nella prima votazione non aveva ottenuto i voti necessari, ma era in vantaggio. Il suo sfidante ha deciso di abbandonare la sfida

ZURIGO - Sepp Blatter è di nuovo presidente della Fifa: insomma, sopravvive a sé stesso. Attaccato da 17 anni alla poltrona della Fifa, padre padrone di un mondo che macina affari e quattrini (140 milioni di dollari di profitti dal solo Mondiale brasiliano), il 79enne ex colonnello vallesano è stato rieletto per la quinta volta alla guida della federazione, che governa dal 1998. A Blatter si è inutilmente opposto il giovane principe giordano Ali Bin al-Hussein.

I loro discorsi programmatici hanno preceduto il voto dell'assemblea, che ha dato esito negativo: per essere eletti immediatamente era necessaria una maggioranza dei due terzi (140 voti su 209). Blatter ha ottenuto 133 voti, mentre il principe Ali 73.

Nella seconda votazione sarebbe stata sufficiente la maggioranza semplice, ma a sorpresa Ali ha voluto prendere la parola: "E' stato un viaggio fantastico, auguro a tutti voi buona fortuna", ha dichiarato affermando di volersi ritirare. 

"Avrei potuto ricevere più voti" - "Avrei potuto ricevere più voti ma andiamo avanti. Ringrazio tutti per avermi dato la possibilità di guidare ancora il calcio per i prossimi 4 anni": così ha commentato Blatter dal palco, mentre ringraziava i delegati della Federcalcio mondiale.

Il dittatore del calcio ha così confermato la sua forza politica: hanno votato per lui Africa, Sud America, quasi tutta l'Asia. Numeri imponenti, consensi e legami spesso acquisiti a suon di accordi economici e finanziamenti con la ricchissima cassa della Fifa, che ha fatto di Blatter il dirigente più pagato al mondo (poco meno di 100 milioni di dollari annui il suo reddito totale), e uno stipendio Fifa misteriosamente segreto.

I soldi sono la chiave di tutto nell'avventura calcistica di Blatter, moderno faraone con reggia sulle colline di Zurigo, distributore di ricchezza e benefit, potente come un capo di Stato, capace di relazioni profonde anche grazie al fatto che parla 5 lingue. È gentile con tutti, soprattutto coi delegati dei paesi piccoli e lontani dai riflettori, dove il calcio è anche poco praticato, ma al tavolo Fifa valgono uno come l'Italia, l'Argentina, la Germania e via dicendo. Blatter non polemizza mai e se attaccato, sorride, prende tempo, glissa.

Non gli piacciono le asperità, preferisce la diplomazia, meglio quella degli affari, la riservatezza tutta svizzera. "Ho lottato per vivere e quell'istinto non mi ha mai abbandonato" disse una volta ricordando la sua debole salute di bambino, e spiegando la sua attuale rocciosa resistenza a qualunque attacco. I detrattori, come Maradona, lo definiscono mafioso e ladro. Platini non arriva a tanto, ma molti non a torto pensano ci sia del marcio nella Fifa guidata da quest'uomo, che i nordamericani detestano, i sudamericani adorano, e gli africani considerano un principe. Non a caso, a chi gli chiedeva di ritirarsi, Blatter ieri ha detto 'solo il congresso può cacciarmi'.

Blatter ricevette le prime accuse di corruzione addirittura nel 2001, solo 3 anni dopo la sua prima elezione. Un delegato africano cercò di soffiargli il posto, ma lui si difese come un leone. Lo salvarono la Germania di Beckenbauer e la Francia di Platini. Altri tempi. Oggi l'Africa è tutta con lui. Fra le vicende torbide che hanno caratterizzato le scelte di Blatter c'è solo l'imbarazzo della scelta: nel 2006 licenziò il capo del marketing Jerome Valcke per irregolarità con gli sponsor, e 6 mesi dopo lo riprese addirittura come segretario generale, dopo che quelle stesse irregolarità erano costate alla Fifa 100 mln di dollari di risarcimento. Nel 2010 uomini vicini a Blatter furono arrestati per corruzione, fra loro il potente qatariota Mohammed bin Hamman capo della federazione asiatica e quel Jack Warner di Trinidad e Tobago, arrestato tre giorni fa, che già allora comprava e vendeva voti per la presidenza, fu coinvolto in una vicenda di biglietti in nero, espulso, e poi tornato a galla al fianco di Blatter. Ma è tutta acqua passata.

Da domani e per altri 4 anni, giustizia permettendo, la Fifa avrà ancora un timoniere svizzero.

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