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BERNASì all'educazione sessuale a scuola elementare

04.03.15 - 19:16
Bocciata la proposta del comitato di cui fa parte anche Pantani e Moor
Sì all'educazione sessuale a scuola elementare
Bocciata la proposta del comitato di cui fa parte anche Pantani e Moor

BERNA - L'educazione sessuale alla fine delle elementari è indispensabile per proteggere i minori contro gli abusi, le malattie trasmissibili e le gravidanze indesiderate. Il Consiglio Nazionale, con 134 voti contro 36, ha respinto l'iniziativa popolare "Protezione dalla sessualizzazione nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare". Solo alcuni deputati UDC si sono espressi a favore.

La proposta di modifica costituzionale chiede di abolire l'educazione sessuale per i bambini di età inferiore ai 9 anni. Stando al comitato promotore - di cui fanno parte anche la consigliera nazionale ticinese Roberta Pantani (Lega) e il banchiere privato ticinese Michele Moor (ex candidato PPD al Consiglio nazionale nel 2007 ed ex presidente dell'UDC di Lugano) la scuola materna dovrebbe fornire al massimo un corso destinato alla prevenzione degli abusi mentre l'educazione sessuale dev'essere di competenza esclusiva dei genitori.

A partire dai 9 anni possono invece essere impartite lezioni facoltative di educazione sessuale. Corsi obbligatori sulla sessualità dovrebbero essere invece riservati soltanto a ragazzi di 12 anni e più nell'ambito delle lezioni di biologia, destinate alla "trasmissione di conoscenze sulla riproduzione e lo sviluppo umani".

Per la maggioranza della Camera del popolo il testo è eccessivamente restrittivo. Il divieto generale di impartire un'educazione sessuale obbligatoria è incompatibile con il diritto dei bambini e degli adolescenti a ricevere una tutela speciale della propria incolumità. Comprometterebbe inoltre le pari opportunità degli allievi.

È importante che ogni minore possa avere accesso alle misure di prevenzione e alle lezioni di educazione sessuale, perché i rischi di abusi esistono anche all'interno della famiglia, ha detto Giovanni Merlini (PLR/TI). In Ticino fin dagli anni '70 vige un sistema misto e le lezioni sono impartite da insegnanti assieme a specialisti esterni. I genitori vengono sistematicamente informati del contenuto.

Nel sistema federale elvetico sono i Cantoni e i Comuni ad essere competenti per l'organizzazione della scuola dell'obbligo quindi l'iniziativa limiterebbe la loro autonomia. In base al diritto in vigore i genitori sono i primi responsabili dell'educazione sessuale dei figli, quindi i timori degli iniziativisti sono infondati, ha detto Mathias Reynard (PS/VS). La scuola li sostiene con corsi adattati all'età degli allievi. Oggi inoltre i ragazzi, tramite internet sono esposti a una visione degradante della sessualità. L'educazione sessuale è importante anche per correggere questa immagine distorta della realtà, hanno spiegato gli oppositori.

Tra i fautori dell'iniziativa figurano vari deputati federali, fra cui molti rappresentanti UDC. Al comitato apartitico si è unito un gruppo di genitori basilesi che si oppone all'utilizzazione a scuola di organi sessuali in peluche quali strumenti pedagogici.

Stando al comitato, che ha depositato 110'040 firme valide alla fine del 2013, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) punterebbe ad introdurre di soppiatto l'educazione sessuale obbligatoria già all'asilo con il pretesto di scongiurare la diffusione dell'Aids.

 

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