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SVIZZERAContraccettivo Yasmin, niente risarcimento a Céline

21.01.15 - 12:00
La ragazza era rimasta gravemente disabile a 16 anni in seguito all'assunzione della pillola contraccettiva Yasmin. Alla Bayer è stato riconosciuto un risarcimento per altri 74mila franchi
Contraccettivo Yasmin, niente risarcimento a Céline
La ragazza era rimasta gravemente disabile a 16 anni in seguito all'assunzione della pillola contraccettiva Yasmin. Alla Bayer è stato riconosciuto un risarcimento per altri 74mila franchi

LOSANNA - Nessun indennizzo del gruppo farmaceutico tedesco Bayer per la ragazza zurighese rimasta gravemente disabile nel 2008, all'età di 16 anni, per un'embolia polmonare subita in seguito all'assunzione della pillola contraccettiva Yasmin. Il Tribunale federale (TF) di Losanna ha confermato la decisione del Tribunale cantonale di Zurigo presa in seconda istanza lo scorso maggio. "È un brutto segnale", commenta la CSS, cassa malattia della giovane donna.

Nell'ambito della responsabilità civile riguardo al medicamento, l'impresa farmaceutica non può essere rimproverata di aver fornito indicazioni insufficienti sui rischi di Yasmin, sostiene il TF in una sentenza pubblicata oggi.

La ragazza disabile, rappresentata dalla madre, e la cassa malattia CSS hanno sostenuto che le informazioni presenti nel foglio illustrativo non erano sufficienti. In particolare non era menzionato il rischio d'embolia due volte più elevato rispetto a quello di altre pillole.

Il TF rileva che Yasmin è disponibile solo su ricetta medica, quindi le conoscenze del ginecologo devono essere incluse nella valutazione. Inoltre l'ordinanza sui requisiti per l'omologazione dei medicamenti (OOmed) non contiene alcuna disposizione che imponga l'inclusione di tali confronti dei rischi. Il Tribunale cantonale aveva già precisato inoltre che nel foglio illustrativo si faceva espresso riferimento al rischio di possibili effetti collaterali, anche gravi, come un'embolia polmonare, un ictus cerebrale o un infarto.

"Questa sentenza riduce l'obbligo delle imprese farmaceutiche di informare sufficientemente i pazienti riguardo ai rischi e agli effetti collaterali dei medicinali", commenta Philomena Colatrella, membro della direzione della cassa malattia CSS. Questa decisione non è "né nell'interesse degli assicurati, né in quello degli assicuratori malattia", afferma.

In prima istanza, il Tribunale distrettuale era giunto nel novembre 2013 alla medesima conclusione: oltre a non riconoscere l'indennizzo - i famigliari chiedevano 5,3 milioni di franchi di risarcimento danni e 400'000 franchi di riparazione del torto morale - esso aveva ordinato ai genitori di rimborsare alla Bayer 120'000 franchi di spese processuali.

Per il processo d'appello è stata garantita alla famiglia l'assistenza legale gratuita. La cassa malattia CSS, che si è costituita parte civile e chiedeva al gruppo farmaceutico diverse centinaia di migliaia di franchi per le cure già pagate e per quelle future, dovrà invece sborsare 50'000 franchi. Alla Bayer è inoltre stato riconosciuto un risarcimento per altri 74'000 franchi.

La giovane donna e la sua famiglia non dovranno versare nulla a Bayer. L'impresa ha fatto sapere oggi di aver rinunciato a qualsiasi risarcimento per spese processuali a carico della famiglia presso le diverse istanze giudiziarie. Bayer non rinuncia però alla parte di rimborso che dovrà versarle la cassa malattia della ragazza.

Yasmin è stata fino al 2010 la pillola ormonale più venduta in Svizzera. Negli Stati Uniti la Bayer ha concluso accordi extragiudiziali con diverse migliaia di donne alle quali ha versato indennizzi per un totale di oltre un miliardo di dollari. Il gruppo farmaceutico non ha tuttavia riconosciuto alcuna responsabilità nella vicenda.

Ats

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