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Uccise la moglie che voleva il divorzio e la responsabile dei servizi sociali della cittadina
ZURIGO - Detenzione a vita confermata per il kosovaro 62enne che nell'agosto 2011 uccise a Pfäffikon (ZH) la moglie che voleva il divorzio e la responsabile dei servizi sociali della cittadina. Al processo d'appello, il Tribunale cantonale di Zurigo ha ribadito oggi la sentenza di condanna per assassinio plurimo.
Il difensore dell'uomo aveva presentato ricorso contro la sentenza pronunciata nell'aprile di un anno fa dal Tribunale distrettuale di Pfäffikon, chiedendo che il suo assistito venisse riconosciuto colpevole di doppio omicidio intenzionale.
Il 62enne vive in Svizzera dal 1985. Una perizia psichiatrica lo ha descritto come un patriarca che cercava in tutti i modi di soggiogare la moglie e i suoi sei figli.
Il grave fatto di sangue risale al 15 agosto del 2011. Il kosovaro uccise le due donne, sparando loro a bruciapelo diversi colpi di pistola per strada: prima colpì la moglie 52enne e in seguito la 48enne funzionaria del Comune, madre di due figli adulti, che aveva da poco lasciato il palazzo del municipio per la pausa di mezzogiorno.
Arrestato poco dopo i fatti, l'uomo, beneficiario di una rendita AI, confessò di aver sparato perché la moglie voleva divorziare e perché riteneva troppo pochi i soldi che riceveva dall'assistenza. Accusava inoltre la funzionaria comunale di appoggiare la moglie nella sua istanza di divorzio. La famiglia del kosovaro era seguita da alcuni mesi dai servizi sociali di Pfäffikon.
Un mese prima del tragico epilogo, l'uomo era stato denunciato dalla moglie, che era stata ferita con una forbice. Obbligato a lasciare la famiglia, era tornato in Kosovo, da dove era rientrato in Svizzera due giorni prima del duplice delitto, portando con sé una pistola.
ats
