Engadin Airport per il TAF "non è responsabile". Diversi elementi indicano che i piloti avevano trascurato la preparazione del volo
SAN GALLO - Engadin Airport, la società che gestisce l'aerodromo di Samedan (GR) non è responsabile dello schianto di un aereo da turismo avvenuto nel dicembre 2010 a Bever (GR), che aveva provocato la morte dei due occupanti.
Prima dell'incidente, i due uomini - entrambi piloti - avevano fallito un primo atterraggio. Diversi elementi indicano che avevano trascurato la preparazione del volo, ha rilevato il Tribunale amministrativo federale (TAF) in una sentenza pubblicata oggi.
I giudici respingono così il ricorso del padre e dell'assicurazione di uno dei due piloti, in cui si contestava la decisione di Engadin Airport di rifiutare una riparazione morale e un risarcimento danni.
Il TAF ammette che gli atterraggi all'aerodromo di Samedan sono più impegnativi di altri a causa della particolare topografia della zona (circondata da cime di 3'000 metri), ma giunge alla conclusione che l'intera responsabilità è dei piloti. L'incidente è imputabile a una grave negligenza da parte loro.
Visto che la pista engadinese si trova al di fuori dello spazio aereo controllato, la società che gestisce l'aerodromo non è tenuta ad adottare disposizioni che vanno al di là delle misure di sicurezza esistenti, spiega il TAF. Spetta semmai ai piloti rispettare le condizioni minime per il volo, anche se ricevono informazioni meteo troppo ottimistiche.
Situata a 1'707 metri di altezza, la pista di Samedan - lunga 1'800 metri e larga 40 - permette anche atterraggi di piccoli aerei di linea, come il Boeing 737 e l'Airbus A318. Questi velivoli rappresentano però un'eccezione.