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SVIZZERA"Salvate l'oro della Svizzera", Governo e Cantoni dicono no

07.10.14 - 17:19
L'iniziativa in votazione il 30 novembre limiterebbe fortemente il margine di manovra della Banca nazionale svizzera
"Salvate l'oro della Svizzera", Governo e Cantoni dicono no
L'iniziativa in votazione il 30 novembre limiterebbe fortemente il margine di manovra della Banca nazionale svizzera

BERNA - Il Consiglio federale e i Cantoni respingono l'iniziativa popolare "Salvate l'oro della Svizzera", posta in votazione il prossimo 30 novembre. Essa limiterebbe fortemente il margine di manovra della Banca nazionale svizzera (BNS), hanno rilevato oggi a a Berna la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf e Peter Hegglin, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF).

L'iniziativa, lanciata nel settembre 2011 da esponenti dell'UDC, chiede che le riserve auree della BNS non possano essere vendute e che siano depositate in Svizzera. Inoltre la BNS deve mantenere una parte rilevante - non inferiore al 20% - dei propri attivi in oro, un obiettivo da raggiungere entro cinque anni dall'eventuale accettazione popolare. A fine 2013, gli attivi della BNS erano valutati nel bilancio a 490 miliardi di franchi. La parte dell'oro, valutata a 35,6 miliardi, corrispondeva a circa il 7%, indica la CDF in un comunicato, in cui definisce le rivendicazioni dell'iniziativa un "corsetto" "costoso e inutile".

Secondo la consigliera federale, una quota fissa minima e inalienabile renderebbe difficile alla BNS assolvere il proprio mandato di provvedere alla stabilità dei prezzi e di contribuire a uno sviluppo stabile dell'economia. Inoltre, metterebbe in pericolo la distribuzione degli utili della BNS a Confederazione e Cantoni.

Attualmente la BNS dispone di oltre 1040 tonnellate di oro. Un quantitativo notevole: pro capite la Svizzera ha le riserve auree più elevate al mondo, rileva il governo. E in assoluto è settima dopo grandi paesi come Germania, Francia, Italia, USA, Cina e Russia. Queste riserve corrispondono a una quota di quasi il 10% degli attivi del bilancio della BNS. Per raggiungere la quota minima del 20%, la banca dovrebbe comprare quantità considerevoli di metallo prezioso, attualmente per circa 60 miliardi secondo Eveline Widmer-Schlumpf.

Gli autori dell'iniziativa partono dal principio che le riserve auree garantiscono una migliore stabilità monetaria. Il Consiglio federale ne dubita, poiché l'oro "non riveste pressoché alcun ruolo per la stabilità monetaria".

La BNS ha il mandato di garantire la stabilità dei prezzi e di tener conto a questo fine dello sviluppo congiunturale. Tra stabilità dei prezzi e quota di oro nel bilancio della BNS non vi è tuttavia alcuna correlazione, sostiene il governo.

E ancora: per mantenere una quota minima del 20% di oro, la BNS dovrebbe continuare a comperarne, ad esempio se acquista valuta estera per mantenere stabile il corso del franco o se il prezzo dell'oro scende. Questo oro però non potrebbe più essere venduto, nemmeno se motivi di politica monetaria lo esigessero. Con il passare degli anni, la parte di oro del patrimonio della Banca nazionale potrebbe assumere in tal modo "dimensioni enormi".

Il Consiglio federale ritiene che un'elevata quota fissa di oro inalienabile negli attivi "limiterebbe fortemente la politica monetaria della BNS, che non potrebbe più annunciare in modo credibile le proprie decisioni né attuarle in maniera risoluta". L'adempimento del mandato legale ne risulterebbe "sensibilmente ostacolato". Secondo il governo, in caso di accettazione dell'iniziativa, la stabilità del franco non si rafforzerebbe, ma si indebolirebbe.

Come parte delle riserve monetarie, l'oro può contribuire a compensare i rischi. Tuttavia è uno degli investimenti più rischiosi perché il suo valore è molto variabile, ha detto Eveline Widmer-Schlumpf. A titolo di esempio nel 2013 il prezzo dell'oro è talmente diminuito che con un deficit di 15 miliardi di franchi ha causato perdite di circa 10 miliardi alla Banca nazionale. "Qualsiasi investitore diversifica i rischi ed evita di mettere tutte le uova nello stesso paniere", ha affermato Hegglin.

Inoltre l'oro non frutta redditi ricorrenti sotto forma di interessi o dividendi. Il Consiglio federale ritiene che una quota crescente di oro causerebbe tendenzialmente una diminuzione dell'utile netto e quindi la distribuzione di questo utile a Confederazione e Cantoni risulterebbe minore. La mancata distribuzione di quest'anno "mostra che una simile misura accresce la pressione verso un aumento delle imposte, la diminuzione delle prestazioni e un nuovo indebitamento dei cantoni", ha rilevato Hegglin.

Per quanto riguarda l'obbligo di deposito in Svizzera, il Consiglio federale rileva che attualmente il 70% delle riserve è depositato nel paese e il resto all'estero: il 20% alla Banca d'Inghilterra e il 10% presso la banca centrale canadese. Questa suddivisione geografica delle riserve auree tra depositi nazionali ed esteri - afferma il governo - ha lo scopo di distribuire gli eventuali rischi e garantisce che in caso di crisi la Banca nazionale abbia accesso a diversi mercati dell'oro.

Ats

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