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SVIZZERAStatuto di ballerina di cabaret, sindacati divisi

30.10.12 - 14:57
Alcune associazioni temono una recrudescenza delle attività illegali e della prostituzione
Foto Keystone Gaetan Bally
Statuto di ballerina di cabaret, sindacati divisi
Alcune associazioni temono una recrudescenza delle attività illegali e della prostituzione

BERNA - Il Consiglio federale vuole sopprimere lo statuto di ballerina di cabaret in quanto ritiene che non assicuri più una protezione efficace alle donne interessate. Messo in consultazione il progetto divide partiti e sindacati. Alcune associazioni temono una recrudescenza delle attività illegali e della prostituzione.

Lo statuto di ballerina di cabaret rappresenta una eccezione all'ammissione di lavoratori non qualificati in Svizzera. Se è soppresso, le ballerine di cabaret provenienti da paesi che non appartengono all'Unione europea (Ue) o all'Associazione europea di libero scambio (AELS), non potrebbero più essere assunte legalmente nei locali notturni. Questo statuto è stato creato per garantire la protezione delle donne minacciate di sfruttamento, ma - secondo il governo - non riesce più ad assolvere questa missione. Non è d'altra parte più applicato dalla metà dei cantoni.

 

L'Associazione svizzera dei caffè-concerti, cabaret, dancing e discoteche e l'Unione sindacale svizzera (USS) hanno lanciato insieme una petizione. Consegneranno oggi circa 5000 firme alla ministra della giustizia Simonetta Sommaruga, ha comunicato lo stesso USS. Secondo le due organizzazioni, l'abolizione dello statuto equivale a sostenere la tratta degli esseri umani e la prostituzione forzata come anche a discriminare ballerine provenienti da paesi che non fanno parte dell'Ue. "Solo la mafia ci guadagnerebbe", indicano.

 

Di tutt'altro avviso il sindacato Travail.Suisse: "non vediamo con quale diritto si rilascino autorizzazioni, per di più non contingentate, per portare ballerine quando altri settori dell'economia non dispongono di eccezioni simili". Travail.Suisse chiede tuttavia di accompagnare la soppressione dello statuto con misure supplementari allo scopo di "garantire condizioni di lavoro e salari adeguati per le ballerine provenienti dall'Ue che sostituiranno quelle degli altri paesi".

 

Per l'Unione delle città svizzere, lo statuto non ha dato risultati. "Diverse indagini hanno mostrato che i cabaret aprono una porta alla prostituzione. Inoltre la domanda di shows erotici è costantemente in diminuzione e le ballerine provenienti dall'Ue sono sufficienti per questi locali".

 

Il PS raccomanda di agire in quanto è persuaso che una soppressione dello statuto sia necessaria a causa della mancanza di volontà dei cantoni, ma non risolverà tutti i problemi. Queste donne che possedevano prima un permesso L, secondo i socialisti dovrebbero ricevere un permesso B se non si sono indebitate.

 

PLR e UDC desiderano invece che lo statuto venga mantenuto. Questo, secondo quanto scrive il PLR nella sua presa di posizione, garantisce alle donne almeno una certa protezione. Secondo i liberali radicali, il problema è nell'applicazione: la mancanza di risorse non deve giustificare l'abrogazione di una legislazione, soprattutto quando riguarda la sicurezza di persone in situazione precaria. Da parte sua l'UDC indica che una soppressione dello statuto creerebbe nuovo abusi, più gravi.

 

L'associazione Aspasie, che sostiene e difende i diritti delle persone che si prostituiscono, teme lo sfruttamento senza limite delle donne, una volta abolito lo statuto. L'associazione milita in favore di un rafforzamento dei controlli e delle sanzioni in caso si constatino irregolarità.

 

Ats

 

 

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