È boom di giovani e giovanissime che rubano nei supermercati. L'esperta: «Vivono nei centri commerciali, ormai non hanno nemmeno i sensi di colpa».
ZURIGO - «Abbiamo un'amica che ruba regolarmente nei negozi, dice: “Perché pagare quando posso semplicemente prendere quello che mi va?”», racconta alla SonntagsZeitung una 15enne, «una volta io e un'altra mia amica siamo entrate in un shop e in preda all'adrenalina abbiamo provato anche noi...».
La giovane e le sue amiche non sono le uniche in quella che sembra stia diventando qualcosa di più di una moda. «Prendiamo soprattutto prodotti cosmetici, costano così tanto... Allora li imboschiamo e via», commenta una 14enne.
Quella dei furtarelli e dei piccoli crimini, stando ai dati del cantone di Zurigo, non sarebbe più prerogativa maschile: il 25% dei minorenni condannati per reati di questo tipo è di sesso femminile.
Ed è una percentuale doppia rispetto a 20 anni fa. E i dati confermano quanto testimoniato dalle ragazze al domenicale: si tratta perlopiù di taccheggiamento di prodotti di cosmetica e piccoli accessori. In genere i “bottini” non superano i 300 franchi di valore.
Un'altra cosa che colpisce è la trasversalità del fenomeno: lo fanno tutte, indipendentemente dalla classe sociale. L'età media varia dai 15 ai 17 anni, c'è però un preoccupante incremento fra le giovanissime: le 12enni fermate dalla polizia, infatti, sono quadriplicate in un anno dal 2% all'8%.
«Quello che indossi o hai ti definisce, anche all'interno del tuo gruppo di amiche», spiega Ivica Petrušic dell'associazione a sostegno dei giovani Okaj, «prendere qualcosa per sé non causa senso di colpa o vergogna». E il fatto che i ragazzi di oggi trascorrano gran parte del tempo libero nei centri commerciali non fa che accentuare il fenomeno: «La costante novità, la disponibilità, aumentano la pressione per il consumo», e se i soldi non ci sono la soluzione... si trova.
Ma come mai, si chiede il domenicale, il tasso di criminalità femminile aumenta mentre quello generale diminuisce? «Oggi le ragazze forse hanno più libertà sociale», ipotizza Marcel Riesen-Kupper del Tribunale dei minorenni di Zurigo, «infrangere la legge è diventato parte del loro processo di crescita».
In genere dopo la prima effrazione e la condanna – una multa o l'obbligo a svolgere lavori socialmente utili – difficilmente le ragazze ci riprovano. Per la prevenzione però molto possono fare i genitori: «Dovrebbero parlarne di più con i loro figli», spiega Urs Kiener di Pro Juventute.