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BERNA"No" all'internamento per stranieri respinti

17.08.17 - 11:39
Il Consiglio federale ha respinto una mozione dell'UDC che intendeva «incentivare le partenze volontarie e minimizzare i rischi»
TiPress
"No" all'internamento per stranieri respinti
Il Consiglio federale ha respinto una mozione dell'UDC che intendeva «incentivare le partenze volontarie e minimizzare i rischi»

BERNA - Gli stranieri che dovrebbero lasciare la Svizzera in ragione di un'espulsione o di una domanda d'asilo respinta e si rendono irreperibili oppure restano nel Paese non possono essere collocati in centri di internamento. Lo ha stabilito il Consiglio federale in risposta a una mozione in tal senso del gruppo dell'Unione democratica di centro (UDC).

Il testo depositato da quest'ultimo voleva «incentivare le partenze volontarie e minimizzare i rischi per il pubblico» quando l'esecuzione dell'allontanamento è inammissibile o impossibile.

L'esecutivo, nella sua risposta, ricorda che l'internamento in uno stabilimento chiuso è stato abolito nel 1995 con l'introduzione della legge federale concernente misure coercitive in materia di diritto degli stranieri. Ciò è avvenuto in particolare a causa dell'incompatibilità della normativa dell'epoca con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).

Secondo la legge, una privazione della libertà è ammissibile soltanto se è in corso una procedura d'espulsione o d'allontanamento, mentre gli autori della mozione chiedono, tra l'altro, l'internamento delle persone il cui allontanamento è tuttavia «inammissibile», poiché vi si oppongono impegni internazionali assunti dalla Svizzera.

Secondo il Consiglio federale, inoltre, attualmente vi sono sufficienti possibilità di imporre l'obbligo di partenza o l'espulsione di una persona. Il governo propone pertanto di respingere la mozione.

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