GINEVRA - La Svizzera deve concludere un accordo quadro istituzionale con l'Unione europea. Ad affermarlo è Blaise Matthey, direttore della Federazione delle imprese romande (FER). «Il bisogno è evidente», indica il ginevrino in un'intervista al quotidiano romando Le Temps.
Matthey rileva che le conseguenze della questione dei giudici stranieri sono «enormemente» esagerate. Secondo il direttore della FER è logico che l'Ue faccia interpretare il suo diritto dalla Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) e che la Svizzera, dal canto suo, si affidi al Tribunale federale.
Il ginevrino sottolinea che migliaia di accordi che prevedono un tale meccanismo sono già stati firmati dalla Svizzera. «La situazione qui è diversa solo perché l'Ue da alcuni è vista come un problema viscerale».
Nella Svizzera tedesca, la minaccia dei giudici stranieri «è una grande fiction» sottolinea il direttore della FER, mentre per quanto riguarda la Romandia le persone non hanno paura. «Certo, sono favorevole all'idea che non dobbiamo sottometterci a terzi. Ma non ho mai interpretato la relazione con l'Ue come una sottomissione, bensì come una discussione tra due parti che si rispettano».