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APPENZELLO INTERNODieci anni fa scompariva Ylenia: la sua morte scosse la Svizzera

28.07.17 - 09:44
La bimba fu avvelenata e uccisa da un pensionato che a sua volta si suicidò in un bosco poco distante
Keystone
Dieci anni fa scompariva Ylenia: la sua morte scosse la Svizzera
La bimba fu avvelenata e uccisa da un pensionato che a sua volta si suicidò in un bosco poco distante

APPENZELLO - Il sequestro e l'uccisione di Ylenia, la bimba di cinque anni e mezzo di Appenzello di cui si persero le tracce il 31 luglio 2007, lasciò per settimane la Svizzera con il fiato sospeso. A distanza di 10 anni, la madre rievoca quella tragica estate.

Il 31 luglio di dieci anni fa, la bambina decise di ritornare nella piscina coperta del suo villaggio per recuperare un flacone di shampoo dimenticato sul posto il giorno prima. Fu l'ultima volta che la madre la vide in vita.

L'inchiesta stabilì che la bimba fu avvelenata e uccisa il giorno stesso dal 67enne Urs Hans von Aesch, un pensionato svizzero emigrato in Spagna, che a sua volta si suicidò in un bosco poco distante, a Oberbüren (SG). Il cadavere di Ylenia fu però ritrovato soltanto dopo 47 giorni di febbrili ricerche, il 15 settembre. L'assassino lo aveva sotterrato nel bosco.

Soltanto dopo mesi di indagini la polizia riuscì a chiarire i legami con un altro delitto. Il giorno del rapimento, von Aesch sparò a un 47enne che lo aveva visto nel bosco e, non avendo potuto impedire la fuga del possibile testimone, si suicidò.

Dall'inchiesta si apprese inoltre che Ylenia probabilmente non subì abusi sessuali. In Spagna gli inquirenti trovarono tuttavia una fotocamera digitale appartenuta a von Aesch che conteneva immagini di altri bambini: un indizio delle sue inclinazioni pedofile.

«Voleva fare l'infermiera» - «Quando vedo gli ex compagni di asilo di Ylenia, che hanno ormai terminato la scuola dell'obbligo, mi prende la tristezza», afferma la madre Charlotte Lenhard, 53 anni, in un colloquio con l'ats.

Oggi anche Ylenia si troverebbe a scegliere una professione. «Voleva fare l'infermiera, come me», ricorda la mamma. Charlotte Lenhard vive ancora nell'appartamento in cui si era trasferita, assieme a Ylenia e i figli della sua ex compagna, sei mesi prima di quel tragico giorno.

In un angolo del soggiorno ci sono le foto e i lavoretti che Ylenia ha realizzato all'asilo: al centro una copia della sua urna in terracotta, modellata, come quella che si trova nel cimitero, dai due fratellastri di Ylenia, che all'epoca avevano sette e otto anni.

«Non provo odio per l'assassino» - L'ex compagna della donna soffriva da tempo di disturbi psichici e si è in seguito tolta la vita. I due bambini sono rimasti a vivere con Charlotte Lenhard, che oggi è la mamma affidataria dei teenager. «Ho dovuto essere forte anche per questi bambini, che sono cresciuti con Ylenia ed hanno vissuto i tragici momenti della sua comparsa», dice la donna.

Ylenia era la più giovane dei tre ed era una bambina indipendente. Conosceva bene la strada verso la piscina coperta, che si trova di fianco all'asilo. «A volte penso cosa sarebbe successo se quel giorno avesse piovuto». Ma sono pensieri privi di senso. «Ylenia si è trovata nel momento sbagliato nel posto sbagliato».

La mamma, che dopo il delitto ha dovuto ricorrere ad un sostegno psicologico ed ha trovato un importante sostegno nel fratello e nella sua famiglia, dice di non provare odio per l'assassino: «non voglio pensare a lui, ma alla mia bambina».

La fondazione Ylenia e la rete d'allarme - Dopo il funerale della figlia, la donna ha creato la fondazione Ylenia, che raccoglie fondi per aiutare bambini che vivono in situazioni di disagio. Molte sono state in questi anni le persone che hanno dato il loro sostegno. Sono stati raccolti 340'000 franchi e sono stati finanziati due progetti nelle Filippine, con la concessione di microcrediti alla famiglie povere e la costruzione di una scuola che porta il nome di Ylenia.

Il dramma di Ylenia portò anche al lancio di un sistema d'allarme nazionale per i casi di bambini scomparsi: una rete di allerta via MMS, annunci via radio e tv, come pure nelle stazioni e negli aeroporti, che fu concretizzata nel 2010, sulla scia delle critiche mosse alle autorità. L'allarme per la scomparsa di Ylenia fu diffuso negli altri cantoni soltanto sei giorni dopo il rapimento, e ne passarono dieci prima che l'informazione fu trasmessa alla vicina Austria.

In sette anni, la rete di allarme non è mai stata attivata, ha detto all'ats una portavoce dell'Ufficio federale di polizia (fedpol). Le prime ore dopo il rapimento di un bambino rimangono in ogni caso cruciali per il successo delle ricerche.

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