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SVIZZERAL’emoji che ancora manca? «Quella che raffigura la fondue»

27.07.17 - 06:41
Intervista a Mark Davis, “Mr Emoji”, e proveremo a realizzare il suo desiderio
L’emoji che ancora manca? «Quella che raffigura la fondue»
Intervista a Mark Davis, “Mr Emoji”, e proveremo a realizzare il suo desiderio

ZURIGO - Duro lavoro quello di Mark Davis (64 anni), come capo del Consorzio Unicode deve decidere quali emoji arriveranno sulle tastiere dei nostri telefonini. Un lavoro mica da ridere, quello dell'organizzazione no-profit (della quale fanno parte anche Google, Apple, Adobe, Ibm e tanti altri) considerando che deve garantire che le suddette faccine siano standard equivalente per tutte le piattaforme: dal cellulare (iOS o Android fino alla chat di Facebook visualizzata su di un computer). Le richieste per nuove emoji che arrivano ogni anno sono decine di migliaia e devono essere tutte scrutinate attentamente.

Ma quando nascono queste emoji?

La prima richiesta per qualcosa di simile ci è arrivata nel 2000, il sistema operativo Symbian stava pensando a qualcosa del genere. Ai quei tempi non era chiaro se la faccenda sarebbe andata avanti o si sarebbe fermata lì.

Oggi non potremmo più farne a meno, come mai?

Nei messaggini mancano componenti fondamentali come il tono, la gestualità, l'umore. Le emoji in questo senso rispondono a una necessità comunicativa reale.

Ne ha una preferita?

Dipende a chi sto scrivendo, guardando sul mio cellulare le tre che uso di più sono quella che guarda verso l'alto perplessa, quella con la lingua fuori che sembra dire «che buono!» e quella con il sopracciglio alzato.

Ce n'è una che vorrebbe veder realizzata?

Mi piacerebbe tantissimo avere un emoji che raffigura la fondue! Fino a oggi però nessuno ha presentato domanda per realizzarla...

Il vostro consorzio non si occupa solamente di emoji ma anche di altre questioni importanti, come la giusta rappresentazione dei caratteri delle diverse lingue. Non c'è il rischio che quest'ultimo venga trascurato?

Direi di no, abbiamo diversi team attivi su diversi progetti. Inoltre le emoji ci hanno data molta visibilità e questo ci ha portato a ricevere più donazioni. 

Come nasce un’emoji - Sono circa 2'000 gli emoji che esistono attualmente, ogni anno ne nascono una settantina di nuovi. Ma attenzione, ci sono alcune regole da rispettare. Chi propone un'immagine deve dimostrare come vi sia una domanda e che l'emoji verrà utilizzata. Sono vietati i marchi, le celebrità reali o i personaggi di fantasia registrati, per esempio Wonder Woman. Il processo di registrazione è anche molto burocratico: una volta inoltrata la richiesta, la sottocommissione emoji decide in merito. A quel punto l'icona viene presentata al consiglio di Unicode. Sono poi Google, Apple, Microsoft e gli altri produttori a progettare la loro interpretazione dell'emoji che apparirà sui rispettivi sistemi operativi.

La sfida della fondue - L’icona raffigurante il caquelon non esiste ancora, perché nessuno ne ha fatto richiesta. Per questo 20 Minuten ha deciso di provarci, avviando la pratica perché questa possa diventare realtà. Incrociamo le dita.

Mark Davis, 64 anni, oltre a essere presidente dell'Unicode Konsortium, lavora per Google e vive a Zurigo.

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COMMENTI
 

Tio1949 6 anni fa su tio
E si notizia che ci voleva,cavoli ma come hanno fatto a non capire che c'è ne di bisogno? Sempre per ultimi arriviamo. E come abbiamo fatto senza,cavoli i sensi di inferiorità per non aver la nostra emoji. Hop suisse

Frankeat 6 anni fa su tio
Estate....
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