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BERNAAiuti umanitari: «Meglio dare soldi che cibo»

26.05.17 - 15:14
Il delegato svizzero Bessler è convinto che sia più efficace fornire liquidità perché viene spesa sulla base dei bisogni e si evita i costi di deposito delle merci
Keystone
Aiuti umanitari: «Meglio dare soldi che cibo»
Il delegato svizzero Bessler è convinto che sia più efficace fornire liquidità perché viene spesa sulla base dei bisogni e si evita i costi di deposito delle merci

BERNA - In ambito umanitario Berna distribuisce più denaro contante di cibo. In questo modo responsabilizziamo le persone in difficoltà, sottolinea Manuel Bessler, delegato svizzero per l'aiuto umanitario, in un'intervista pubblicata oggi dai giornali del gruppo Nordwestschweiz: «Loro stesse meglio di tutti conoscono i propri bisogni».

Diversi studi evidenziano come la liquidità venga spesa per necessità di base, come alimenti, farmaci o formazione scolastica. Questo tipo di aiuto è inoltre più efficace, perché consente di evitare i costi di deposito delle merci e rafforza il sostegno ai mercati locali.

Bessler cita l'esempio di Haiti, dove dopo l'uragano Matthews è stato istituito un progetto del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per la creazione di un sistema di versamenti tramite telefoni cellulari, in collaborazione con un operatore locale. Con pochi clic, le persone in difficoltà hanno potuto trasferire soldi sulla loro carte SIM.

«In questo momento lavoriamo a un sistema che possa coprire un'ampia fetta del territorio», aggiunge, sottolineando come la digitalizzazione stia modificando i profili professionali richiesti nel settore. «Stiamo cercando più analisti, economisti e contabili, meno personale logistico».

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sta mettendo a punto, in cooperazione con il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), un nuovo modello di finanziamento denominato Humanitarian Impact Bonds (HIB). Vogliamo incoraggiare i privati a fare più donazioni per programmi umanitari mirati, precisa Bessler.

I privati potrebbero per esempio prefinanziare la costruzione di ospedali. Una volta realizzati e gestiti con successo, essi potrebbero essere venduti a investitori pubblici. Questo sistema permetterebbe agli Stati di non accollarsi tutti i rischi, finanziando solo i progressi concreti.

Il modello indicato potrebbe tuttavia sollevare dubbi sotto il profilo etico, annota in conclusione Bessler, ricordando come il fossato tra bisogni materiali e mezzi a disposizione continui ad essere ampio.

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COMMENTI
 

Monello 6 anni fa su tio
....arrivato il nuovo mago Zurlì!!!

volabas 6 anni fa su tio
urca la svizzera ha un nuovo premio nobel...ma a va a ciapal...

volabas 6 anni fa su tio
Urca abbiamo un nuovo premio nobel

leopoldo 6 anni fa su tio
cio dimostra che neanche chi ci governa è abbastanza intelligente da meritarsi il posto che a.

leopoldo 6 anni fa su tio
ma chi li pappa questi soldi alla fine? il povero bisognoso non credo, forse i governanti dei paesi poveri ? probabile.

elvetico 6 anni fa su tio
Meglio non dare soldi perché i governi farabutti acquistano armi e meglio non dare nemmeno cibo perché i governi farabutti nutrono i loro eserciti: la LORO povera gente non riceve NIENTE: né soldi né cibo. Certi Paesi governati dai peggiori farabutti sarebbero da mettere assolutamente sotto tutela.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a elvetico
Purtroppo il problema è che certi farabutti sono a governare quei paesi proprio perché c'è chi voglia che rimangano al loro posto..... e non bisogna andare lontani a cercare questi responsabili.

leopoldo 6 anni fa su tio
Risposta a elvetico
solo certi paesi?

Equalizer 6 anni fa su tio
Business man travestiti da benefattori, se non sapete come distribuire il cibo fate una telefonata a Bob Geldof, lui vi può insegnare come si fa con il minimo spreco.
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