E fra i 30enni la proporzione è di uno su due. In 12 anni la percentuale di abitanti che non hanno origini straniere è scesa dal 70% al 63%.
BERNA - Sempre più persone in Svizzera hanno un background migratorio e tale tendenza è particolarmente evidente fra i bambini. Più della metà di loro, infatti, ha almeno un genitore che è originario di un altro Paese – in primis Kosovo, Italia o Germania – , ma è nato in Svizzera.
Oggi come oggi, nel nostro Paese vivono 2,5 milioni di persone maggiori di 15 anni che hanno origini straniere, ovvero il 36% della popolazione al di sopra dei 15 anni. Il 78% di loro è nato all’estero. Solo un quinto appartiene alla seconda generazione, e solo il 62% di questa seconda generazione detiene un passaporto svizzero.
I non-stranieri sempre meno - Fra il 2003 e il 2015, la percentuale di abitanti di più di 15 anni che non hanno origini straniere è così scesa dal 70% al 63%. Lo rivela un rapporto dell’Ufficio federale di statistica (Ust). Questa percentuale dovrebbe scendere ulteriormente. Negli ultimi 20 anni, infatti, il numero delle persone che sono immigrate in Svizzera è rimasto stabilmente più alto di quelle che hanno lasciato il Paese.
Soprattutto i bambini - Questo è evidente anche fra i bambini: più sono piccoli e più è probabile che appartengano a una famiglia con background migratorio, scrive l’Ust. Nel 2015, in particolare, il 54% dei bambini al di sotto dei sei anni viveva in una famiglia con background migratorio. Anche in altri gruppi d’età, però, la percentuale è significativamente più alta del 36% generale. Fra i 31-40enni uno su due ha un passato migratorio (49%). Fra i 61-70enni, invece, questa percentuale scende al 23%.
Ricchezza o minaccia? - Una Svizzera con tante diversità è una Svizzera più ricca o più instabile?
Le opinioni sono divise, soprattutto in politica. Stando alla socialista Silvia Schenker, la Confederazione trae da tempo la sua forza dalla multiculturalità: «Basta pensare al nostro quadrilinguismo». La parola d'ordine, in ogni caso, è integrazione: «Bisogna iniziare presto, ed è importante che si insegnino le lingue nazionali».
Più pessimista, invece, l'Udc Mauro Tuena: «La crescente immigrazione mette sotto pressione il nostro welfare, le scuole sono in difficoltà e aumentano anche i crimini».