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VAUDSpara con un’arma a piombini: espulso da scuola e internato in clinica

22.02.17 - 11:55
Il 16enne è rimasto rinchiuso per 10 giorni. La scuola ora promette sostegno, ma la famiglia non ci sta: «Chiederemo un risarcimento con gli interessi»
Spara con un’arma a piombini: espulso da scuola e internato in clinica
Il 16enne è rimasto rinchiuso per 10 giorni. La scuola ora promette sostegno, ma la famiglia non ci sta: «Chiederemo un risarcimento con gli interessi»

VEVEY - Espulso definitivamente: è questo il verdetto deciso dalla direzione dell’Istituto scolastico bilingue Haut-Lac nei confronti di un suo alunno. Lo scorso 3 febbraio, il 16enne vodese, poco dopo essere uscito dalla lezione, aveva estratto una pistola a piombini, sparando due colpi in aria per allontanare alcuni compagni che lo stavano disturbando.

Pensando si trattasse di un’arma vera, un'allieva della scuola aveva lanciato l’allarme. Oltre dieci pattuglie di polizia, supportate da agenti in assetto antisommossa del DARD (Détachement d'action rapide et de dissuasion), si erano immediatamente precipitate sul posto. Nel giro di pochi istanti il giovane si è ritrovato bloccato al suolo con le manette ai polsi, per poi essere condotto in un istituto psichiatrico, nel quale è rimasto chiuso per dieci giorni.

«Una decisione assurda» - I genitori dell’adolescente non riescono a capacitarsi della decisione. «È un’assurdità. Siamo nella psicosi», ha confidato il padre a “Le Matin”. Lo stesso avvocato si è detto stupefatto per la durezza della sanzione. «Questo giovane non rappresenta alcun pericolo né per gli altri né per se stesso», ha dichiarato il legale; una posizione avvalorata dal fatto che il giovane abbia potuto uscire tranquillamente dall’istituto e che il Tribunale dei minori non abbia ordinato ulteriori misure.

A pochi mesi di distanza dagli esami, l’istituto scolastico ha assicurato che «farà tutto il possibile per assistere la famiglia nel trovare una soluzione per l’educazione futura del ragazzo». Ma i genitori non ci stanno e promettono di fare ricorso alla giustizia civile per richiedere un risarcimento, con tanto di interessi.

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