Parola degli esperti, eppure in Svizzera (per scelta o per forza) sono più di tre milioni. Raccontateci le vostra storie
ZURIGO - Svizzera terra di pendolari, le cifre parlano chiaro: 2 milioni vanno a lavorare ogni giorno in automobile, 1 milione con i mezzi senza contare gli 800'000 studenti e/o apprendisti. Durata media di ogni viaggio? 30 minuti.
Eppure, stando a esperti e scienziati, viaggiare così tanto tutti i giorni non fa bene. Stando a uno studio dell'economista Bruno Frey i pendolari a lunga percorrenza hanno una qualità della vita nettamente peggiore rispetto a chi abita vicino al posto di lavoro.
«Se si arriva all'ora, in totale, la possibilità di godersi la giornata rischia di essere compromessa», spiega Frey. Il motivo? Oltre al viaggio in sé, bisogna mettere da conto anche un periodo di recupero dallo stress quando si arriva a casa: «Per un viaggio complessivo di 90 minuti il tempo “sprecato” si attesta, in totale, attorno alle 2,3 ore».
La tensione causata da treni affollati, colonne e tappi in autostrada può anche causare problemi di salute: pressione alta, problemi gastrointestinali, mal di testa, emicrania o insonnia. Alcuni studi sostengono, inoltre, che un pendolarismo su lunga tratta può aumentare il rischio di obesità e... divorzio!
Eppure la maggior parte degli svizzeri opta per il pendolarismo perché ambisce a una buona qualità della vita: casa in periferia, magari col giardino, e lavoro in città perché meglio remunerato. «Abitare nei centri, soprattutto a causa degli affitti altissimi è impensabile per una famiglia», commenta lo psicologo zurighese Christian Fichter. Tutti vantaggi che però finiscono per venire divorati dal fatto di dover viaggiare così tanto ogni giorno.
C'è una soglia di sicurezza per evitare l'insorgere di patologie? «Direi 50 minuti per il singolo spostamento», sostiene Fichter, «il campanello d'allarme potrebbero essere i dolori cronici alla schiena o il sopraggiungere dell'insonnia».
In Svizzera nel 2014 i pendolari da più di 45 minuti (fino a un'ora) erano 300'000. Quelli che viaggiavano anche più di un'ora 290'000. Rispetto al 2010, è importante precisarlo, questi totali sono diminuiti. Molti lavoratori, infatti, sono riusciti a ridurre il proprio tragitto nella fascia 30-45 minuti.
Cambierà qualcosa? «In tempi brevi è difficile», continua lo psicologo. Fra le soluzioni possibili, il lavoro in remoto. Della stessa idea anche Frey: «Le città continueranno a essere poli attrattivi per il lavoro e sarà sempre più costoso abitarci».
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