Sconti ai premi se condividi i tuoi dati (e la tua vita) via hi-tech con le assicurazioni. Secondo gli esperti è l'unico modo per evitare il tracollo. Ma la proposta divide: «Si rischiano abusi»
ZURIGO - Sono abbastanza allarmanti le previsioni della società di consulenza Ernst & Young stando ai quali i premi delle casse malati potrebbero arrivare al 200% entro il 2030. Per evitare uno scenario così nero, gli esperti suggeriscono di ottimizzare l'uso dei dati medici e biometrici: «In questo modo l'assicurazione sanitaria potrebbe incoraggiare i propri clienti a uno stile di vita più salutare in cambio di sconti», conferma Yamin Gröning di Ernst & Young. Secondo lui la pratica potrebbe piacere ad almeno il 60% degli Svizzeri.
Ma come funzionerebbe? Attraverso la tecnologia, ovviamente: fra smartband (per monitorare l'attività fisica) e smartwatch (alimentazione e sonno) è possibile avere un ritratto accurato dello stile di vita di una persona. Se una persona è “fit”, quindi, dovrebbe avere diritto a uno sconto sul premio dell'assicurazione. Una possibilità che, al giorno d'oggi, è vera e propria fantascienza. «Eppure i costi sanitari e sociali di obesità, ipertensione sono immensi», conferma Peter Ohnemus boss dell'azienda hi-tech & salutista Dacadoo, «Quanto si potrebbe risparmiare? Anche il 30%».
Quindi lo sharing dei nostri dati è la soluzione? Non è convinta l'associazione per la protezione dei consumatori Sks. Per risparmiare basterebbe evitare alcune pratiche ospedaliere inutili e ridurre i prezzi dei farmaci, spiega la responsabile Sara Stalder. Che aggiunge: «Non mi preoccupa solo il rispetto del “principio di equivalenza” fra i clienti ma anche la possibilità che le assicurazioni utilizzino quei dati. Potrebbero darli al nostro datore di lavoro o al nostro futuro locatore».