L’allarme pesticidi arriva dal Laboratorio cantonale. I fattori critici: poco rispetto delle pratiche di fabbricazione e scarsi controlli autonomi nelle importazioni
BELLINZONA - Quasi un terzo delle verdure fresche e delle spezie provenienti dal continente asiatico presenta un livello di pesticidi troppo elevato. A lanciare l’allarme è il Laboratorio cantonale, che spiega come nel 31% dei 900 campioni analizzati alla frontiera dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (USAV), fra il 2012 e il 2015, siano state riscontrate concentrazioni di pesticidi non conformi ai requisiti di legge.
Le cause - A causare queste irregolarità sono essenzialmente due fattori. Da un lato, i Paesi asiatici da cui provengono le derrate poste sotto la lente dell’USAV troppo spesso non rispettano le pratiche di fabbricazione, in particolare facendo uso di sostanze attive da tempo bandite in Svizzera e in Europa. L’altro problema è invece dovuto alla poca serietà, in termini di controlli autonomi, da parte degli importatori.
Misure di controllo - La situazione delicata ha obbligato l’USAV a attivare misure di controllo ulteriori sul territorio. In particolare, gli importatori “recidivi”, ovvero le cui merci sono state ripetutamente oggetto di contestazione, saranno obbligati a notificare alle autorità cantonali i propri prodotti non appena superato il confine elvetico. Questi saranno quindi tenuti sotto sequestro fino a quando le analisi non potranno dimostrarne la conformità alla legge.
Con l’entrata in vigore della nuova legge sulle derrate alimentari, approvata dal Parlamento nel giugno 2014, sarà infatti la conformità alle prescrizioni legali la discriminante che conferirà ad un alimento l’autorizzazione a “circolare” sul mercato elvetico.