Quasi 4 ragazzi su 10 non si ritengono in grado di sopportare una relazione stabile. Il motivo? Secondo gli esperti è la paura di mettersi in gioco
ZURIGO - Per quanto riguarda le relazioni stabili i giovani (e giovanissimi) della Svizzera si trovano in una situazione decisamente conflittuale. Nel recente sondaggio di tio.ch e 20 minuti, infatti, il 39% dei ragazzi fra i 14 e i 24 afferma che, per loro, è difficile legarsi a un'altra persone. Tanto le ragazze quanto i ragazzi, più gli apprendisti (41%) rispetto agli studenti delle superiori (34%).
Difficile mettersi in gioco - Qual'è il motivo? Secondo la terapista di coppia Angela Della Torre è la paura di impegnarsi unita alla poca voglia di trovare un compromesso con l'altro: «Quando il partner avanza una richiesta particolare che richiede uno sforzo spesso e volentieri si risponde “picche”».
Basta poco e tutto crolla - Un ottimo esempio potrebbe essere la gestione del tempo libero: «Lui: “Questo sabato io vorrei andare in mountain bike”, lei: “Io invece volevo andare a fare una passeggiata con te...”. Basta questo per pensare: “Non gli interesso più...”». Sono questi piccoli conflitti che mettono a repentaglio una relazione: «Invece di mettersi in discussione molti preferiscono chiudere definitivamente, è troppo difficile gestire difficoltà come queste».
Si cerca la perfezione. Conflitto? Guai! - All'origine di questo comportamento c'è l'educazione e l'ambiente in cui i ragazzi di oggi sono cresciuti: «Vivere costantemente avvolti nella bambagia rende incapaci di mettersi in gioco, sostenere le proprie idee davanti a un'altra persona e accettare quando si ha torto». Ne è sicuro lo psicologo Frank Margulies: «Nel partner si cerca una perfezione che non esiste per evitare la realtà. Se la vita è già così conflittuale e incasinata almeno con lui/lei deve andare tutto liscio e non devono esserci problemi».
«Sono giovani, lasciamo che sperimentino» - Sdrammatizza, invece, il presidente dell'Associazione svizzera di psicologia dell'età evolutiva (Aspee) Philipp Ramming: «Non dobbiamo pensare che una relazione fra dei ragazzi sia come una fra due adulti conviventi. È normale che in loro ci sia voglia di sperimentare».
I social, però, hanno cambiato tutto - Qualcosa però è cambiato: «Oggi i ragazzi hanno molte più opzioni nella scelta di un partner. Ad esempio attraverso i social network dal loro paesino possono incontrare coetanei in tutto il mondo. Questo può essere un bene, ma anche un male». Come mai? «Perché i social alimentano una visione non realistica del rapporto di coppia perfetto. Per i giovani è importante poter fare le loro esperienze senza pressioni. Ma il non essere aperti al compromesso e cercare esclusivamente un partner perfetto, può senz'altro essere problematico».