L’accusa di pressioni arriva da Radio Srf. Il consigliere nazionale accusato smentisce
BERNA - È una proposta di attuazione particolarmente deludente per i promotori dell’Iniziativa contro l’Immigrazione di massa quella uscita dal Consiglio Nazionale. In particolare - oltre allo stralcio dell’obbligo di motivare la mancata assunzione di un disoccupato residente - la Camera bassa ha stabilito che l’obbligo di colloquio scatti solo in presenza di una «disoccupazione considerevolmente superiore alla media». Nel progetto licenziato dagli Stati del “considerevolmente” non v’era traccia.
Quando la disoccupazione è “considerevole”?
Ma quando la disoccupazione può essere ritenuta “considerevole” in uno specifico settore? Se tocca «circa il 10-15%», ha spiegato il consigliere nazionale Matthias Jauslin (Plr/AG) in Parlamento. In questo modo, ha specificato, saranno toccati solo pochi posti «evitando di attivare un’enorme burocrazia in tutta la Svizzera». Esternazione immediatamente criticata dal presidente del Ppd, Gerhard Pfister, che ha accusato Jauslin di fare gli interessi del suo settore, l’edilizia.
Proposta “dettata” dall’Ue
Ora, Radio Srf denuncia come l’attenuazione del “modello Müller” al Nazionale sia stata influenzata direttamente da rappresentanti dell’Ue che si sono adoperati per ammorbidirne le misure. Ad assicurarlo sono «fonti ben informate» dell’emittente svizzero tedesca.
Jauslin: «Non mi sono accordato con nessuno dell’Ue»
Matthias Jauslin rigetta queste accuse: «Le mie proposte sono emerse dalle discussioni in commissione, non le ho concordate con nessuno dell’Ue», assicura. «Tuttavia, esse vanno certamente nella direzione voluta dall’Ue», aggiunge. Il liberale sottolinea poi che la percentuale che ha indicato è passibile di essere modificata. In ogni caso spera che settori come l’edilizia o la gastronomia non siano colpiti indiscriminatamente dalle misure: «Altrimenti si mettono troppi bastoni fra le ruote dell’economia», afferma.
«Non hanno la forza di tenere fede alle decisioni popolari»
L’Udc Roger Köppel dice di non essere in grado di dire se Bruxelles abbia effettivamente esercitato pressioni o meno. «È certo, però, che siamo di fronte alla scelta nevrotica di persone che non hanno la forza di tenere fede alle decisioni popolari e alla Costituzione», tuona.