La vedova 38enne, madre di due figli, non riceverà nulla in quanto proprietaria di un'abitazione. L'uomo è deceduto, dopo un lungo ricovero, per le conseguenze della puntura di un'ape
LAVIGNY - Una vita da sogno trasformata in un vero e proprio incubo quella di Vivian, una madre 38enne rimasta vedova con due bambini dal 13 luglio 2015, giorno in cui il marito si è spento dopo aver trascorso due anni lottando per la propria vita, in seguito ad un violento shock anafilattico causato dalla puntura di un'ape, su una guancia.
La donna infatti, racconta la Tribune de Genève nella sua edizione odierna, non solo ha perso l'amore della propria vita, ma dovrà ora sborsare l'impressionante cifra di 160mila franchi per pagare il conto dell'Istituto di Lavigny, nel Canton Vaud, presso cui il marito è stato ricoverato. La 38enne, nonostante gli sforzi, ha dovuto arrendersi di fronte alla più alta Corte di giustizia della Svizzera, e ha così deciso di raccontare la propria storia.
Nessuna vendetta - «Voglio che la gente sappia che la legge non è perfetta. Mio marito aveva piena fiducia nelle assicurazioni. Eppure è divenuto lui stesso vittima di quel sistema che considerava esemplare», ha confidato Vivian al quotidiano ginevrino, spiegando che a quei 160mila franchi, per un anno e mezzo di cure, si somma inoltre un interesse annuo del 5%. «Non avrei mai potuto pagare quella cifra», ha affermato, precisando che sebbene le sue entrate annue, considerata la rendita vedovile, ammontano a circa 113mila franchi, le spese per il ricovero si situavano attorno ai 100mila franchi annui. «Non mi sarebbe rimasto a sufficienza per vivere, con due bambini».
Lo stato le ha negato ogni aiuto in quanto la donna possiede una casa. «Venderla non sarebbe servito a molto a causa della pesante ipoteca.» L'unica soluzione per la 38enne è stata quella di affittare rapidamente l'abitazione. «Ora cercherò di aumentare l'importo del mutuo, per quanto possibile. Così da poter mantenere il reddito che questa mi permette di avere.»