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Così si è pronunciato il presidente dell'Unione svizzera delle arti e mestieri
BERNA - Le soluzioni proposte dal parlamento per applicare l'iniziativa sull'immigrazione di massa sono troppo complicate e non rispettano la volontà popolare: ne è convinto il presidente dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) Jean-François Rime.
Secondo Rime - intervistato da Le Matin Dimanche - a forza di complicare il dossier la gente non capisce più cosa stanno facendo le Camere per applicare il voto del 9 febbraio 2014. "E per essere sincero sono addirittura convinto non lo comprendono più nemmeno molti dei parlamentari che non trattano direttamente il dossier", in particolare in relazione alle differenze fra le versioni del nazionale e quella degli Stati.
"Constato che tutte le soluzioni attualmente sul tavolo non rispettano la volontà popolare", afferma il consigliere nazionale (UDC/FR). A suo avviso il parlamento sta creando un "mostro burocratico" senza affrontare le vere questioni: ad esempio il fatto che un gran numero di stranieri che giunge in Svizzera non è chiamato dall'economia, bensì arriva attraverso il ricongiungimento familiare. "Si dovrebbe osare parlare di questo".
La via migliore è far sì che le imprese facciano sforzi a titolo volontario per reclutare cittadini elvetici o persone residenti nella Confederazione. "Rimane però un interrogativo: quando non vi sarà più la minaccia dei contingenti i datori di lavoro continueranno a fare degli sforzi?".
Riguardo a un eventuale referendum contro la legge d'applicazione del mandato costituzionale sull'immigrazione Rime spiega che l'Usam non ha mai pensato a un referendum. Per quanto riguarda l'UDC le riflessioni sono per contro ancora in corso. Non è nemmeno escluso che i democentristi lancino un'iniziatica per revocare la libera circolazione delle persone: prima di decidere un eventuale sostegno a una mossa di questo tipo Rime intende però conoscere il contenuto della proposta di modifica costituzionale.
