Sono 14.000 gli svizzeri alla ricerca di un posto di lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione. Ma il resort che aprirà sul Bürgenstock assumerà 600 persone su 800 dall'estero
LUCERNA - «Giovani, efficienti, briosi». Sono questi i requisiti richiesti a tutti coloro che aspirano ad un'occupazione nel nascente resort più grande della Svizzera, che aprirà i battenti la prossima estate sul Bürgenstock, nel Canton Lucerna.
La concorrenza degli hotel extra-lusso si sta facendo sempre più agguerrita a livello internazionale. Una nuova tendenza che, naturalmente, non sta lasciando impreparata la Svizzera, riconosciuta a livello internazionale tra le migliori scuole in ambito gastronomico (la Svizzera è il Paese a più alta densità per numero di abitanti di ristoranti con stelle Michelin in Europa) e alberghiero.
La struttura alberghiera a cinque stelle affacciata sul lago dei Quattro Cantoni sarà composta da quattro hotel con 383 camere, 68 appartamenti di lusso, un mega impianto wellness, sale conferenze e di trattamenti terapeutici.
Ciò si tradurrà in centinaia di posti di lavoro. Una manna per un settore, quello alberghiero e della ristorazione, che conta 14.000 disoccupati in tutta la Svizzera.
Ma a vanificare le speranze a questo esercito di senza lavoro è stato Bruno Schöpfer, direttore del Resort. E' stato lui, infatti, ieri, a dichiarare ai microfoni della trasmissione "Rundschau" della SRF che il «70-80% dei nostri collaboratori dovremo assumerli dall'estero». Seicento dipendenti su 800 assunti al di fuori dei confini della Confederazione. Questo perché, sempre dalle parole di Schöpfer, «in Svizzera il personale adatto non lo si trova affatto». Troppo pochi i profili con le qualifiche e la motivazione necessaria tra gli svizzeri.
Di tutt'altra opinione è Kurt Simon, direttore dell'Ufficio del Lavoro del Canton Lucerna, certo che sono molti i residenti ad avere tutti i requisiti richiesti dal nuovo resort, che appartiene ad una catena multinazionale. E sono proprio le aziende di queste dimensioni ad effettuare ricerche del personale adatto tendenzialmente all'estero. Secondo Simon sarebbe consigliabile, per un fatto di responsabilità sociale, che queste aziende reclutino personale proveniente dalla regione in cui si installano. «Nel solo Canton Lucerna sono quasi 500 i disoccupati nel settore alberghiero e della ristorazione», ha affermato Kurt Simon.
Anche Stefan Unternährer, presidente dell'associazione Gastronomica e alberghiera locale non condivide quanto affermato da Schöpfer. Troppe volte - dice Unternährer - si sente dire che i profili richiesti non si trovano. «E' una mezza verità», ha dichiarato Unternährer alla trasmissione «Rundschau» - spiegando che il personale dall'estero è preferito più che altro che per meri motivi economici. In altre parole, il personale estero è scelto perché costa meno. E meno costi sul personale si traduce normalmente in un potenziale di dividendo maggiore per gli azionisti.
Schöpfer afferma che la società che rappresenta si starebbe impegnando ad assumere il numero più alto possibile di personale dalla Svizzera e che sarebbero già 2000 le candidature spontanee ricevute. E allora non resta che l'imbarazzo della scelta. Perché alla fine, più candidati in circolazione, più possibilità per il datore di lavoro di avere a disposizione personale a buon mercato «giovane, efficiente e brioso». «Altrimenti - come ha specificato Schöpfer - contro la concorrenza non c'è scampo». E allora ecco che, è lo stesso Schöpfer ad ammettere senza giri di parole che la preferenza indigena "light" proposta dal Consigliere degli Stati Philipp Müller (PLR) significherebbe più costi per la sua azienda. «E ciò vorrebbe dire un ulteriore aumento dei costi del personale».