Il sindacato annuncia assemblee in tutta la Confederazione: «Hanno trasformato la responsabilità sociale in una farsa»
BERNA - Un «colpo di grazia programmato». syndicom ha chiesto una moratoria nei confronti della Posta, colpevole di non aver «tenuto fede alle proprie promesse». Il gigante giallo ha infatti annunciato la chiusura di un numero di uffici postali fra i 500 e i 600, con conseguente cancellazione di circa 1200 posti di lavoro, mettendo «la popolazione, i comuni, i cantoni e il proprio personale davanti al fatto compiuto».
«Non è la Posta a definire il servizio pubblico. Questo è compito della politica», afferma il sindacato in un comunicato odierno, precisando inoltre che con la scelta di puntare sulle agenzie, la Posta «fa concorrenza ai suoi stessi dipendenti ed elude il contratto collettivo di lavoro». Un atteggiamento che ha il sapore di un «affronto verso tutti i dipendenti» e che trasforma «la responsabilità sociale in una farsa».
«Questi tagli non verranno accettati senza muovere un dito», assicura syndicom che, dopo aver già lanciato una petizione a livello aziendale, auspica una ripresa del dialogo fra le parti. Contemporaneamente il sindacato organizzerà assemblee in tutta la Svizzera in cui, assieme al personale, verranno stabilite le varie forme d'azione. Le misure definitive verranno approvate il 25.11 2016.