E i datori di lavoro offrono corsi "per dormire meglio". I sindacati: «Una presa in giro, sul posto di lavoro c'è troppa pressione»
ZURIGO - Al lavoro con le occhiaie, primo pit-stop alla macchinetta del caffé. In Svizzera chi lavora al 100% spesso e volentieri dorme troppo poco.
Per questo motivo alcune aziende svizzero-tedesche hanno iniziato a proporre seminari sul sonno. Quanto bisogna dormire, come fare a “staccarsi” e come ottenere il massimo dal proprio riposo. I benefici hanno superato le attese: «Un dipendente che dorme abbastanza si ammalerà più difficilmente, sarà più produttivo e ricettivo. Se dovrà lavorare a contatto con i clienti sarà anche più simpatico e propositivo», spiega Kathin Uehli della Suva.
A dormire meno, stando all'esperta del sonno Eva Birrer della Seelkinik di Brunnen (SZ), sarebbero i giovani professionisti: «Dopo una giornata di lavoro arriano a casa e si dedicano fino alle ore piccole ai loro hobby e alle cose che hanno trascurato durante la giornata». Un comportamento pericoloso: «L'affaticamento costante può avere gravi ripercussioni e può portare anche alla depressione», spiega Birrer.
Fra le altre categorie a rischio ci sono gli stakanovisti: «Non riescono più a uscirne, ci pensano anche quando sono a casa magari dopo gli straordinari». A farne le spese, oltre alla salute, anche la qualità del loro lavoro.
«Da una parte i datori chiedono sempre di più e ti mettono sotto pressione, dall'altra invece ti offrono un corso“ per dormire meglio”. È ironia luciferina, come se i commercianti di vini si mettessero a finanziare seminari “per rimanere astemi”», non usa certo mezze parole Pepo Hofstetter di Unia. Quale quindi la soluzione? «Bisogna ridurre la pressione sul posto di lavoro e fuori, ormai il confine fra tempo libero e non è sfuocato e le notti insonni sono dietro l'angolo. Così non va bene».