Guerra in Siria: la versione di Assad in un'intervista della televisione svizzera SRF. I profughi siriani? «Colpa dei terroristi e dell'embargo occidentale»
BERNA - Nella tragedia siriana si sta assistendo ad una guerra di propaganda senza precedenti. Come durante la guerra fredda, quando dalle agenzie occidentali venivano diffuse notizie che puntavano a screditare il nemico rappresentato dai Paesi del Patto di Varsavia. Un esempio? La notizia, negli anni '80 del secolo scorso, dell'affondamento di un galeone norvegese nel mar Baltico da parte di un fantomatico sottomarino della DDR. Peccato che la marina militare della Repubblica Democratica Tedesca di sottomarini non ne ha mai avuti a disposizione e l'annuncio si era rivelato palesemente non corrispondente alla realtà.
Impossibile fare l'inviato in Siria - In Siria è difficile farsi un'idea di cosa stia realmente succedendo. Fare il reporter è molto pericoloso e costa molto denaro. I grandi gruppi editoriali europei, confrontati con la rivoluzione digitale, preferiscono non assumersi i costi di un inviato di guerra. Kurt Pelda, in una recente intervista rilasciata a Deutschlandfunk, aveva parlato di costi quotidiani che raggiungono i 1.000 euro al giorno per potersi permettere le guardie del corpo, le automobili per spostarsi e i traduttori.
Notizie da fonti non indipendenti - In questa guerra mediatica, inoltre, risulta difficile avere delle notizie da fonti indipendenti. Informazioni, inoltre, impossibili da verificare. Nelle agenzie occidentali, per esempio, vengono spesso riportati fatti provenienti dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, agenzia fondata nel maggio del 2006 a Londra, nel Regno Unito, da un siriano di religione islamica sunnita, e schierata contro il governo Baath al potere del presidente Bashar al-Assad.
Assad: «Cacciare i terroristi» - Assad che ieri ha parlato alla SRF in una intervista alla trasmissione «Rundschau». Il presidente siriano ha spiegato la necessità di «cacciare i terroristi di Aleppo per sconfiggerli».
La definizione di terrorista - Per terroristi Assad intende tutti coloro che vogliono destabilizzare un Paese, la Siria, martoriato da una guerra che non trova ancora una fine. «Chiunque porti con sé una mitragliatrice o un'arma e sotto qualsiasi titolo uccide e compie vandalismi, distrugge proprietà pubbliche o private è un terrorista», ha dichiarato il presidente siriano, convinto che questa che sta combattendo non possa essere considerata "opposizione".
Omran, foto falsificata di propaganda antigovernativa - Durante l'intervista di Sandro Brotz, il conduttore della trasmissione «Rundschau» ha estratto dalla giacca una fotografia, quella del piccolo Omran, il bambino ferito e ricoperto di polvere diventato il simbolo dell'atrocità della guerra siriana. Assad ha risposto che la foto non è che una parte della propaganda condotta dai caschi bianchi. «Siamo in possesso di immagine autentiche di bambini feriti. Ma questa in specifico è stata una falsificazione».
«Ci proteggiamo dall'attacco di terroristi arrivati dall'estero» - L'esercito di Assad ha intensificato negli ultimi tempi gli attacchi su Aleppo grazie anche all'appoggio militare e logistico della Russia e dell'Iran. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha parlato di crimini di guerra. Definizione quest'ultima respinta da Assad, che si appella al diritto di un popolo di «proteggersi dall'attacco dei terroristi che, arrivati da altri Paesi, sono entrati in Siria».
Esodo siriano: «È colpa dei terroristi e dell'embargo occidentale» - Anche per quanto riguarda l'esodo di centinaia di migliaia di siriani verso l'Europa, Assad ha spiegato che non è colpa del governo, ma delle attività terroristiche, che vanno a colpire «le infrastrutture in ogni settore». Inoltre questo fenomeno è dovuto all'Occidente, che, con il suo embargo, costringe le persone «a cercare le possibilità di sopravvivenza fuori dalla Siria».
«Tutte le guerre sono cattive» - Per quanto riguarda, invece, i bombardamenti sugli ospedali di Aleppo, che hanno provocato la morte di numerosi civili, Assad ha affermato «che tutte le guerre sono cattive e che a morire sono vittime innocenti».
Attacchi con armi chimiche? «Non c'è uno straccio di prova» - Inoltre, il presidente siriano respinge le accuse di avere compiuto degli attacchi con armi chimiche. «Non c'è uno straccio di prova», ha detto, aggiungendo che non è vero neppure l'utilizzo di bombe a grappolo da parte dell'esercito siriano. «E' una tesi dell'Occidente che vuole dimostrare che noi uccidiamo i civili».
«Amnesty non indipendente e non obiettiva» - Anche per quanto riguarda l'accusa di Amnesty International di 18.000 morti, Assad dice di non credere a questi numeri, anche perché le informazioni diffuse da Amnesty «non sono indipendenti e non sono obiettive».