In una classifica la Confederazione, lodata per qualità di vita, infrastrutture e sanità, precipita per l'aspetto sociale
BERNA - Sono gli emigranti di lusso: lavorano per Google, Unilever, Roche. Altamente qualificati, sono comunemente noti come expat. La situazione di vita di questi nomadi globali è stata analizzata in 67 nazioni dalla piattaforma Internations, allo studio hanno partecipato 14mila persone.
Svizzera in caduta libera - Due anni fa il nostro paese era al quarto posto tra le preferenze. Lo scorso anno siamo scivolati al 14°, quest’anno addirittura al 31°. «La Svizzera ha perso costantemente popolarità ed è solo a metà classifica, quando ancora due anni fa era tra le destinazioni top», ci dice Malte Zeeck, Ceo di Internations. La Confederazione è ormai meno gettonata di paesi come la Repubblica Ceca, la Romania e il Vietnam. Per non parlare dei primissimi: Taiwan e Malta.
Si sta bene, ma… - Ciò che amano gli immigrati sono la qualità di vita, la sicurezza, i trasporti e le buone condizioni di lavoro. Va male, però, quando si parla di situazione finanziaria: il 65% degli intervistati pensa che il costo della vita sia troppo alto, tanto da erodere i loro alti salari. Così come è noto che molte aziende abbiano depennato molti benefit tradizionalmente dedicati agli expat.
Integrazione - Ma ciò che più costa alla Svizzera sono le difficoltà di integrazione: molti raccontano di non sentirsi benvenuti. In soli tre paesi al mondo le difficoltà di integrazione sono maggiori. Buona parte degli intervistati affermano che gli svizzeri sarebbero «distanti» e «riservati». Due terzi di loro fatica a trovare amici svizzeri. E la cordialità? Non parliamone: ci siamo classificati quartultimi al mondo. Solo il 7% degli expat pensa che la gente del posto sia amichevole e uno su tre ritiene che vi sia ostilità nei confronti degli stranieri.
Disoccupazione e politica - «I risultati mostrano che gli svizzeri tendono a prendere le distante dagli stranieri», afferma Zeeck. Il quale pensa che le discussioni sulla limitazione dell’immigrazione e l’aumento della disoccupazione abbiamo accresciuto il risentimento verso i lavoratori stranieri. «È possibile che in futuro le aziende debbano pagare stipendi più alti per compensare questi svantaggi».
Non si guarda negli occhi - Questa situazione è confermata anche da Martina Famos, consulente psicologica che aiuta gli expat a Zurigo. «Molti americani raccontano come molti svizzeri evitino di guardare negli occhi e che non abbiano piacere nelle conversazioni spontanee o nello scambio di convenevoli». In Svizzera interna, inoltre, si aggiunge il problema della lingua: lo svizzero tedesco è infatti un ulteriore ostacolo.